Anno nuovo nuova programmazione

Partenza del nuovo anno scolastico, ancora una volta la voglia di cambiare tutto, come si fa ad andare avanti nello stesso modo? Troppo deprimente!

A distanza di un anno dall’uscita delle “indicazioni” per gli istituti tecnici si sono potute capire una serie di cose, almeno credo di averle capite limitatamente al mio insegnamento: gli “obiettivi” sono elevatissimi, il tempo si è ridotto sia per la diminuzione delle ore settimanali sia perchè la materia “telecomunicazioni” nell’articolazione dove io insegno si fa solo in due anni al posto dei precedenti tre (…), il numero di possibili contenuti cresce continuamente col crescere dell’evoluzione tecnologica… c’è da farsi venire più di un mal di testa. Sicuramente l’impianto classico della trattazione di elettronica e telecomunicazioni non è più adoperabile, dovrebbero rendersene conto anche gli editori e gli autori di testi scolastici che continuano a sfornare “buone” opere, purtroppo non adoperabili dai nostri studenti (il discorso merita da solo un altro post).

La voglia quindi è di partire “col piede giusto” sin dall’inizio: l’idea, già coltivata dalla fine dell’anno Leggi tutto “Anno nuovo nuova programmazione”

A cosa serve la scuola?

Ho appena finito di leggere qualcosa che sta avendo, almeno a giudicare dai commenti e dai tweets, notevole successo anche in Italia. Si tratta del testo (rilasciato come Oer) “A cosa serve la scuola? Non rubate i sogni” di Seth Godin. Annoto qui di seguito alcune mie insignificanti riflessioni in merito.

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Flipped Classroom – Flipped Textbook

E’ il titolo della relazione che ho avuto modo di presentare al VIII Seminario Nazionale sul Curricolo Verticale organizzato dal Cidi di Palermo. Pomeriggio molto interessante sul quale mi riservo di inviare qualche riflessione, intanto mi limito ad includere qui la mia presentazione.

EPUB editor

Ho provato oggi pomeriggio l’ambiente di sviluppo di libri elettronici in formato ePub creato e messo a disposizione da Espertoweb. L’ho fatto creando un piccolissimo ebook su di un argomento di elettronica trattato in classe proprio in questa settimana. Devo dire che la prova è stata più che soddisfacente: lo strumento si è rivelato assai rapido e sufficientemente “friendly” anche grazie al magnifico supporto tutoriale disponibile. Questi i file scaricabili:

La presenza delle due versioni è, ahimé, significativa! Infatti sul’amato iPad la versione interattiva con i quiz non funziona! Colpa del parziale supporto di iBooks e degli altri “reader” allo standard ePub3″. Che dire… speriamo che si rimedi presto! In compenso ho scoperto un ottimo reader, ma da PC però, nel plugin “Readium” di Chrome.

AGGIORNAMENTO 11/02/2013

 

Grazie al pronto intervento di Francesco Leonetti adesso tutto funziona a meraviglia! A quanto pare si era verificato un difetto di esportazione che non permetteva la corretta validazione del formato.

Per capire la “Flipped Classroom”

Bella presentazione di Laura Antichi gentilmente condivisa su slideshare. La condivido a mia volta!

RLC serie – una risorsa aperta

20130201-231210.jpgHo provato a produrre una piccola risorsa, potremmo definirla una “unità di apprendimento”, per gli alunni della mia quinta classe. L’ho fatto adoperando l’ambiente (e lo spazio) messo gratuitamente a disposizione da oercommons.org, sito di riferimento per la raccolta, e non solo, di risorse didattiche “aperte”, nel senso che si tratta di risorse condivise, liberamente utilizzabili e anche liberamente modificabili. Il termine “aperte” va quindi ben al di là del concetto di gratuità: si tratta di materiali per i quali vengono forniti anche gli originali (esemplificando: i file word anzicchè i pdf…) modificabili. Chi volesse approfondire il discorso troverà utile questo punto di partenza: http://wiki.creativecommons.org/IT/Documentazione.
Passo quindi senza indugio a descrivere le mie Impressioni di utilizzo dell’ambiente di editing “openAuthor”.
L’aspetto è estremamente “pulito” con una interfaccia di utilizzo assai intuitivo e piacevolmente rapida nel rispondere ai diversi “click”. Lo strumento di scrittura è piuttosto elementare, privo di sofisticate formattazioni, ma non ho avuto modo di desiderare di più. In compenso è estremamente comodo l’utilizzo della colonna di sinistra per la generazione dei capitoli e dei sottocapitoli: l’immediatezza e la facilità nella riorganizzazione lo tende uno strumento magnifico anche solo a livello della progettazione della scansione dei contenuti.
L’inserimento di immagini, grafica e contenuti multimediali è anch’esso molto funzionale e consente sia l’upload dei file che l’embedding da risorse esterne.
Una volta completato il testo si passa alla procedura di pubblicazione che prevede l’inserimento delle utili e opportune informazioni a corredo, ovvero un abstract, l’elenco degli obiettivi perseguibili, la descrizione della natura del lavoro (libro di testo, recensione, assignment, quiz, etc), le parole-chiave, la lingua utilizzata, la licenza (aperta) per il rilascio. Una volta effettuata la pubblicazione il lavoro viene inserito negli elenchi dei materiali presenti sul sito e messo a disposizione del pubblico.

20130201-234450.jpgDisponibile ovviamente un link per riportarne l’indirizzo ma anche i bottoni per il download sia in versione pdf che in versione ebook. I docenti che volessero effettuare una modifica e un adattamento hanno la possibilità di scaricare il “bundle” completo dei materiali sorgente.

Competenze e Tecnologie Digitali

Nell’ambito del corso organizzato dal Cidi di Palermo per la preparazione al concorso a Cattedra, ho tenuto oggi pomeriggio un incontro di formazione sull’utilizzo didattico delle tecnologie. allego qui gli appunti utilizzati:

Facebook per docenti e formatori

Ho dato un’occhiata al sito facebookforeducators.org e scaricato gratuitamente la pubblicazione omonima. Mi sembra complessivamente un lavoro ben fatto e sono propenso a credere a quanto dichiarato dagli autori e cioè che hanno scritto liberamente senza alcun condizionamento dallo stesso Facebook (il dubbio più grande venendo dalla impostazione grafica del sito che è decisamente “facebook-like). Si tratta di un lavoro divulgativo, niente di specialistico, ma forse proprio questo aspetto, considerando la scarsa propensione dei nostri docenti (nostri della scuola italiana) all’utilizzo e alla partecipazione sui social network, lo rende particolarmente interessante.

Mi piace qui condividere intanto una riflessione a partire dalla strutturazione del testo, chiaramente esplicitata nelle prime pagine:

7 Ways Educators Can Use Facebook

1. Help develop and follow your school’s policy about Facebook.
2. Encourage students to follow Facebook’s guidelines.
3. Stay up to date about safety and privacy settings on Facebook.
4. Promote good citizenship in the digital world.
5. Use Facebook’s pages and groups features to communicate with students and parents.
6. Embrace the digital, social, mobile, and “always-on” learning styles of 21st Century students.
7. Use Facebook as a professional development resource.

Dei sette punti sopra riportati ben quattro, i primi quattro, non riguardano le possibilità di utilizzo di facebook all’interno dei percorsi formativi, si tratta piuttosto di pensare, di approcciare l’utilizzo di facebook come percorso formativo! Facebook viene considerato non come strumento ma come oggetto di apprendimento nella convinzione (del resto esplicitata) del suo essersi fatto mondo, dell’essere ormai parte importante della realtà vissuta da una grande fascia sociale.

In linea di massima non trovo niente di male nel fatto che la scuola sia il luogo ove si impari a gestire la propria presenza in rete e soprattutto si acquisiscano quelle competenze di “cittadinanza digitale (critical thinking compreso)” che certamente devono far parte del corredo culturale di ognuno di noi. Piuttosto mi infastidisce l’approccio stile “facebook-alfabetizzazione” che mi sembra eccessivamente stretto e quasi settario. Non c’è solo facebook e non si vive di solo facebook, mi sarebbe piaciuto di più una pubblicazione del tipo “Socialnetworks for educators”, un testo nel quale verrebbero considerati anche tutti gli altri ambienti che la rete ci mette a disposizione.

Generare un PLE/PLN

Ho avuto incarico di una docenza nei corsi del “Master in teoria, progettazione e didattica della lingua italiana come straniera e seconda” presso l’Università di Palermo. Si tratta di 20 ore da dedicare all’utilizzo delle tecnologie nella didattica. Trattandosi di un master di II livello gli studenti sono tutti in possesso di laurea specialistica, e sono in procinto di diventare docenti. La domanda che mi sono posto nel pensare ad una possibile programmazione delle attività è stata: “come creare un processo di sviluppo di autentiche competenze professionali di utilizzo delle tecnologie nella didattica?” L’immagine che segue è la rappresentazione della successione temporale delle attività e dei prodotti da queste generati:

La risposta per esteso è nella programmazione che qui di seguito riporto (necessariamente sintetica, ometto di riportare gli “assignment” per esteso per non appesantire eccessivamente il testo).

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Progettazione informatica e nuove tecnologie glottodidattiche

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Cellulare a scuola? Si grazie!

Su “onlinecollege.org” un interessante articolo su dieci scuole (statunitensi) che hanno fatto un balzo nel superare il classico “divieto di telefonino” e hanno implementato strategie per farlo diventare vero e proprio strumento didattico.

Alla ONSLOW COUNTY SCHOOLS nel North Caroline, si è deciso di provare i dispositivi mobili all’interno di un programma di incremento di abilità matematiche. Lo studio riporta una maggiore confidenza degli studenti interessati con i temi della matematica e una maggiore sicurezza personale tanto che la metà di essi sta adesso considerando la possibilità di trovare un lavoro in campo matematico.

Alla CIMARRON ELEMENTARY SCHOOL ai bambini della scuola elementare sono stati assegnati dei cellulari con le funzioni di chiamata disabilitate ma del tutto funzionanti per tutte la connettività internet: posta elettronica, navigazione del web, esecuzione di quiz on line, di webquest, consultazione di vocabolari, esecuzione di compiti a casa. E per rimanere in contatto con i docenti. Il programma registra un incremento nei punteggi relativi alle abilità matematiche e scientifiche.

Rimando all’articolo originale per una completa lettura e tento un breve confronto tra la situazione come la viviamo da noi e come invece vissuta nei paesi anglofoni. A parte qualche lodevole iniziativa quale il “Simposio Internazionale su Mobile Learning per non vedenti” tenutosi a Palermo presso il CNR – Istituto per le Tecnologie Didattiche,  lo scorso 25 maggio, la stragrande maggioranza degli interventi sono di natura proibizionista e censoria: facendo una ricerca su google con parole-chiave “telefonino” e “scuola” si ottiene una intera pagina caratterizzata da  “Scuola: divieto di utilizzo del telefono cellulare per gli alunniCellulari vietati scuola, anche spentiCellularescuola? Assolutamente noTelefoninoscuola: vietato a insegnanti e studentiBasta telefoniniscuola!PI: Scuola, più facile sequestrare i cellulari, e così via dicendo…

Analoga ricerca con parole chiave “mobile” e “school” , questa volta in inglese quindi, restituisce una serie di link in maggioranza relativi ad iniziative didattiche innnovative, eventualmente rivolti a comunità svantaggiate di paesi in via di sviluppo. La cosa che fa veramente pensare è che si tratta comunque di siti italiani! Basta il cambiamento di lingua per intercettare un profondissimo cambiamento nell’approccio a questa tecnologia! Si veda ad esempio: Mobile knowledge academyENAIP – Progetto MobileSchoolMobile School: la scuola costruisce la scuola mobile in Etiopia,  etc. Tutto in positivo questa volta, la tecnologia vista come opportunità e non come minaccia.

E ancora, facendo una ricerca con “mobile at school”, si intercettano questa volta siti in lingua inglese, con pagine rivolte per lo più allo sviluppo del pensiero critico sulla materia in questione: Cell Phones at School: Should They Be Allowed?Don’t ban mobiles in schools, let students use themDebate: Should children have cell phones at school?Education World: Mobile Technology Goes to SchoolA template policy for mobile phones in school.

Una bella differenza!