Edmodo, comoda e semplice classe virtuale

Riporto in questa sede un post che ho scritto per il sito del Cidi di Palermo.

… Parlo diEdmodo che ci mette gratuitamente a disposizione delle possibilità davvero interessanti: diamo un’occhiata!

L’interfaccia si presenta classicamente a tre colonne, con la colonna centrale dedicata, come ormai è d’uso sui social network, alla “bacheca”.

Su di essa il docente può inviare delle note, per esempio il lavoro svolto in classe o alcune considerazioni aggiuntive su di un dato argomento, degli avvisi relativi per esempio a qualche cambiamento di programma da comunicare urgentemente, dei veri e propri “compiti” che gli studenti devono consegnare e che daranno poi dal docente valutati sulla stessa piattaforma, dei quiz per realizzare sistemi di valutazione, dei sondaggi. Nell’immagini qui sopra riportata (si tratta di una mia classe di quest’anno) possiamo vedere un messaggio che semplicemente annota l’argomento trattato in classe nella giornata e un secondo messaggio al quale è allegato un file pdf che riporta la soluzione di un compito. Per ogni messaggio è prevista la possibilità di inserire dei commenti e delle risposte, utile funzionalità per favorire il dialogo educativo relativo ai diversi argomenti e alle diverse fasi dei lavori. Molto interessante la possibilità di inserire dei contenuti provenienti dalle classiche fonti del web 2.0: youtube, flickr, scribd, slideshare, etc. Nell’immagine qui di seguito dei video inseriti direttamente da youtube:

Altre volte utilizzo Edmodo per caricare delle foto di quanto tracciato sulla lavagna dell’aula. Si fanno con uno smartphone ( o direttamente dall’iPad). Le chiamo “lavagnate” e sono utile corredo agli appunti presi durante la lezione:

Altra funzionalità molto utile è costituita dalla “libreria”, uno spazio nel quale depositare materiali , link, immagini, documenti che possono essere utilizzati ogni qualvolta occorre. So viene a costituire così nel tempo un prezioso archivio personale di materiali didattici già direttamente on line:

Per questo post mi fermo qui ma non prima di aver messo in evidenza qualche altro aspetto importante:

  • la possibilità per gli alunni di creare account anche senza inserire indirizzi di posta elettronica, aspetto questo particolarmente utile per alunni minorenni
  • la possibilità di un account parallelo per costituire un canale di dialogo riservato con i genitori
  • la “chiusura” della classe al mondo esterno: google non entra e così nessun altri che non faccia parte del gruppo classe.

Didattica per le nuove generazioni – cosa è necessario

Estraggo da una recente presentazione di Aldo Torrebruno alcune condivisibili considerazioni sui passi da compiere per l’adeguamento della scuola alle mutate esigenze di formazione  e generazionali.
La tecnologia a scuola non più un’eccezione o una novità e quindi è necessario:

a brevissimo termine

  • Considerare come standard della tecnologia l’utilizzo come strumento ABILITANTE per QUALSIASI MATERIA
  • Cambiare focus: dai progetti di moda che fanno sensazione e “immagine” alla didattica quotidiana
  • Valutare con più attenzione la tecnologia: come funziona, cosa funziona, in che senso funziona, quando funziona, a che condizioni funziona…
  • Rivedere la formazione di base dei nuovi docenti
  • Rivedere la formazione dei docenti già in servizio ed aiutarli ad un habit change
  • De-ideologizzare il dibattito sull’uso delle tecnologie e fare maggior uso di evidenze empiriche (casi reali)
  • Rafforzare la diffusione e circolazione delle esperienze significative
  • Creare una rete di comunità online diinsegnanti e ricercatori che: discutono,approfondiscono, sperimentano, diffondono, …
  • Continuare  con progetti “campione”, che con coraggio aprano nuove strade, che poi la comunità possa percorrere: comunità di interessi e comunità di pratica quasi si fondono

a medio termine

  • Ridefinire le competenze di base (da sviluppare ai vari livelli di scolarizzazione), non solo abilità tecnologiche, ma anche:
    • Media literacy
    • Capacità comunicative
    • Capacità di gestire un progetto
    • Gestione di eccesso (overload) di informazione
    • Gestione del tempo
    • Life-long learning
    • Apprendimento online …
  • Rendere la scuola bilingue: italiano e inglese.Deve diventare possibile per studenti e docenti fruire dell’incredibile mole di materiali esistenti in ambiente anglosassone e dialogare con il resto del mondo. Non una moda, ma una necessità (anche in ottica professionale)!
  • Ridefinire le modalità di lavoro curriculari ed extra curriculari: orari e organizzazione degli spazi attuali rendono difficile (o impossibili) attività progettuali
  • BLENDED LEARNING: non solo a scuola e in orario scolastico, ma anche apprendimento on-line … magari iniziando da casi specifici: corsi di recupero, corsi di approfondimento, corsi per contenuti extra, corsi per studenti eccellenti, …
  • Rovesciare la classe: FLIPPED CLASSROOM , in cui le ore a scuola siano quelle a valore aggiunto!

 

Competenze e Tecnologie Digitali

Nell’ambito del corso organizzato dal Cidi di Palermo per la preparazione al concorso a Cattedra, ho tenuto oggi pomeriggio un incontro di formazione sull’utilizzo didattico delle tecnologie. allego qui gli appunti utilizzati:

Il suono della rete

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È una installazione di arte contemporanea allo Science Museum di Londra, interessante per la suggestione visiva e sonora: messaggi captati dalla rete vengono organizzati in un display che li organizza e moltiplica, una voce a più toni i legge con effetto sonoro tridimensionale. Suggestione ,evocazione, studenti che assistono.
Alla mia seconda visita al museo non sono ancora riuscito nemmeno a “dare un’occhiata” a tutte le sale, l’abbondanza di sollecitazione rischia di trasformarsi in frustrazione per non essere capaci di leggere, guardare, sperimentare, cercar di capire quanto si va trovando di interessante. Davvero troppo, conviene concentrarsi solo su un tema per volta, magari tornando più volte, l’ingresso è gratuito.
20121018-190920.jpgSe posso dare un contributo alle scelte per la visita, io consiglierei in questo periodo senza dubbio la temporanea “Code Breaker“, centrata sui lavori di Alan Turing per continuare poi al livello superiore col padiglione dedicato alla storia della matematica e alla storia dei calcolatori.

20121018-191236.jpgPer proseguire poi, ma più giocosamente, sul tema, con una visita al ChromeLab di Google per parecipare a sessioni collaborative presenza-web per la creazione di musiche o per sperimentare la creazione del proprio ritratto sulla sabbia.

Micro-corso LIM

Ho terminato da poco gli incontri di un breve corso  che ho tenuto nella mia scuola sull’utilizzo della Lavagna Interattiva Multimediale. Solamente tre incontri, centrati principalmente sul “fare”, giusto per consentire ai colleghi interessati di poter utilizzare questi nuovi strumenti presenti in alcune aule della nostra scuola. L’andamento del corso ha confermato ancora una volta l’interesse dei docenti per questa tecnologia: a differenza di altri corsi, anche su temi molto affascinanti come il web 2.0, i colleghi hanno subito cominciato ad immaginare e proporre possibili utilizzi. Le parti del corso contenenti le “spiegazioni” (soprattutto del software di preparazione ed erogazione delle lezioni) sono stati registrate: ne incorporo i video qui di seguito.

Utilizzare la LIM – Lavagna interattiva multimediale – Parte 1a from insegnalo.it on Vimeo.

Qui di seguito gli altri video:

Leggi tutto “Micro-corso LIM”

Arca dei Suoni – Aspetti e Innovazioni

Aspetti formativi e innovativi del progetto “Arca dei Suoni”

Lo scorso 2 marzo si è tenuta a Palermo, presso l’Albergo delle Povere, la presentazione del primo numero della pubblicazione “Quaderno di Arca dei Suoni”. E’ stato un momento interessante di incontro tra gli amministratori e il pubblico convenuto, soprattutto composto da studenti e da docenti provenienti dalle scuole che sono state coinvolte nella prima fase di vita e di sperimentazione del progetto.

Ho partecipato all’evento con una relazione che allego qui di seguito in forma di “slidecast” (le slide sincronizzate con l’audio “live” della presentazione)

Mi piace, in questa sede, cercare di sottolineare ulteriormente quanto indicato nella slide n. 12 . E’ infatti opportuno riflettere sul, e valorizzare fortemente, il valore didattico e formativo della iniziativa. Trattandosi di beni culturali l’aspetto formativo viene, in un certo senso, dato per scontato, ma con il progetto “Arca dei Suoni” si mettono in campo dinamiche potenzialmente assai interessanti, dinamiche a maggior grado di coinvolgimento di quanto possano fare eventi e momenti centrati sulla fruizione piuttosto che sulla creazione. Mi voglio esplicitamente riferire all’aspetto di scoperta e di manipolazione insiti e connaturati alle operazioni di registrazione e di pubblicazione di un contributo audio (per chi non lo sapesse: arcadeisuoni.org è un sito sul quale gli utenti possono direttamente pubblicare contributi sonori di carattere culturale). Gli studenti vengono in questo mobilitati su più livelli, da quelli tecnici della registrazione, a quelli espressivi del prodotto finito e infine a quelli critici degli eventuali feedback su quanto pubblicato. In questo processo accade un qualcosa di veramente importante e formativo: il racconto (per fare un esempio ma potrebbe essere un canto o qualcos’altro) che si va a registrare e pubblicare, in quanto effetto della propria ricerca e della successiva manipolazione, diventa un qualcosa di personale, qualcosa che fa parte della storia personale. In qualche modo, quanto documentato diventa parte del patrimonio personale di chi lo documenta: e questo è un modo non soltanto per imparare, ma per generare direttamente e immediatamente patrimonio culturale! Si valuti questa affermazione alla luce del discorso sulle competenze che da qualche tempo è diventato centrale nella scuola, discorso estremamente complesso, del quale fanno parte degli obiettivi particolarmente difficili da raggiungere in una situazione, quale quella scolastica, nella quale la vita reale viene approcciata, quando va bene, con le forme della simulazione. Arca dei Suoni ha le potenzialità per far superare questo gap tra la vita scolastica e le emergenze culturali del territorio e per di più con modalità di produzione mediatica che fanno parte della cultura giovanile e che non richiedono alcun investimento in tecnologia. Partecipare all’accrescimento dell’archivio sonoro di Arca dei Suoni è un generatore di competenze: come risultato mi sembra niente affatto disprezzabile.

Learning and Knowledge Analytics

Ancora un interessantissimo corso di tipo Mooc (Massive open online course) proveniente dagli ambienti dei connettivisti canadesi. Questo il blog di riferimento: www.learninganalytics.net/

Purtroppo so già che non riuscirò a seguirlo, se non marginalmente, ma il tema dell’analisi delle tracce della nostre attività di apprendimento, le “Learning Analytics”, mi sembra assai interessante. Nel syllabus del corso se ne prospetta una possibile applicazione anche nell’ambito che professiopnalmente mi interssa di più, ovvero nel lavoro quotidiano, a scuola, con le singole classi. Riporto qui la presentazione di apertura che è stata resa disponibile:

My PLN (Personal Learning Network)

Una rappresentazione abbastanza accurata ed immediatamente ottenibile della propria rete di apprendimento personale è fornita da TwitterMosaic.

Ecco la mia:

Get your twitter mosaic here.

 

Il “post” come lezione frontale

E’ da ieri sera che con grande interesse leggo i post di Maurizio Chatel su BlogBooks in the Net.

Soprattutto mi ha colpito l’idea espressa ne L’insegnante liquido

la funzione dell’insegnante acquista di importanza, poiché egli è chiamato, nella lezione frontale – che può avvenire con la semplice pagina stampata del post messa a disposizione di tutta la classe – a fornire le indicazioni di metodo per navigare in modo sensato, per usufruire dei diversi link in modo razionalmente gerarchizzato, per anticipare in modo teorico ciò che gli studenti “troveranno” nella loro navigazione, così da predisporli ad un utilizzo pertinente dei materiali messi a loro disposizione dal testo. Il computer non è affatto uno strumento adatto esclusivamente all’autoapprendimento; esso dev’essere pensato dal docente all’interno di un piano di lavoro che vede nel lavoro in classe la fase formativa essenziale all’uso consapevole di una varietà di fonti e di canali di informazione, di volta in volta selezionati per ogni specifico obbiettivo. Il gruppo classe deve e può rimanere l’ambiente naturale per la formazione, ambiente all’interno del quale la funzione docente come facilitatore si affianca a quella classica dell’esperto in “progettazione” dei percorsi di apprendimento.

ovvero della lezione frontale costituita da un post del blog. La cosa che mi sembra davvero nuova, in questa formulazione, è che si tratta del post concepito non come unità didattica o learning object o comunque come qualcosa che serva a veicolare contenuto. Tutt’altro: si tratta invece di un qualcosa che precisa obiettivi e metodologia. Che fornisca supporto (scaffolding). Ancora di più se lo si considera in ottica connettivista: fornisce un suggerimento per una modellizzazione di uno dei possibili “pattern” della rete conoscitiva.

Usare il cellulare in classe?

Domandarsi “dovremmo usare il telefono cellulare in classe ” è quasi privo di significato. Sarebbe come domandarsi se sia il caso di mangiare. Ovviamente sì! Ma quando? In quali circostanze? Per quali scopi? Non rispondere a queste domande significa creare nel dibattito dei buchi neri.

E’ quanto sostiene George Siemens in Technology & Humanity: Finding Points of Harmony