Neuroni specchio, accesso alla conoscenza

Soddisfacente lettura del quotidiano (La Repubblica), stamattina, due gli articoli che mi hanno interessato di più. Nel primo, Neuroni appassionati, Giacomo Rizzolatti viene intervistato sulle conseguenze del comportamento dei “neuroni specchio” sulle emozioni e sull’amore, tema senz’altro evocativo e affascinante a proposito del quale fa una affermazione che mi sembra interessante al fine della definizione e caratterizzazione dell’essere umano:

«I neuroni specchio si trovano nelle aree motorie, e descrivono l’azione altrui nel cervello di chi guarda in termini motori. Fino a non molti anni fa, si riteneva che il sistema motorio producesse solo movimenti. Noi, partendo da un approccio etologico, senza convinzioni a priori sulla funzione delle aree motorie, abbiamo scoperto che molti neuroni del sistema motorio rispondono a stimoli visivi. Se vedo una persona che afferra una bottiglia colgo subito il suo gesto perché è già neurologicamente programmata in me la maniera in cui afferrarla. Si verifica una comprensione istantanea dell’altro, senza bisogno di mettere in gioco processi cognitivi superiori. In seguito abbiamo visto che la stessa cosa capita
per le emozioni. Per esempio il disgusto. Somministrando a una persona uno stimolo olfattivo sgradevole, come l’odore delle uova marce, si attivano determinate parti del cervello. Una di queste è l’insula, un’area corticale che interviene negli stati emozionali. La sorpresa è stata che, se uno guarda qualcuno disgustato, si attiva in lui esattamente la stessa zona dell’insula. Questo permette di uscire da un concetto mentalistico e freddo, riportando tutto al corpo. Io ti capisco perché sei simile a me. C’è un legame intimo, naturale e profondo tra gli esseri umani. Ama il tuo prossimo come te stesso».

Nel secondo, “Il vero spread è quello della conoscenza”, Marc Augé individua nelle differenze di possibilità di accesso all’istruzione una causa di disuguaglianza più forte di quelle di origine economica (non negando, evidentemente, tutte le possibile interdipendenze) e afferma:

La storia ha un senso? Quale senso? L’unico senso è la conoscenza. E l’unico ostacolo alla conoscenza è l’arroganza intellettuale degli allucinati di ogni sorta che vogliono imporre le loro convinzioni all’umanità…..Se un giorno ci sarà una rivoluzione sarà una rivoluzione dell’istruzione e dell’educazione alla libertà.

Very first thoughts

Just started Connectivism & Connettive Knowledge on line course, so I’m reading and reading  . . . I found really interesting the idea that “knowledge” is a sort of a process of neuronal network growing in the brain. According to that, mind is a sort of analog “image” of the world we experience in our life.

Italian

Sono alle prime letture del corso on line Connectivism & Connettive Knowledge. Mi sembra molto interessante pensare alla conoscenza come frutto di una attività di creazione di reti, anche a livello di attività neuronale! Verrrebbe addirittura da pensare alla conoscenza come la formazione, a livello neuronale, di una sorta di “immagine” del mondo che ognuno di noi sperimenta nel corso della sua esistenza.