Estremadura

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Leggo di recente di una passione di Sciascia per la Spagna, un coinvolgimento che lo spingeva ad osservare e studiare queste due terre distinte come collegate quasi a costituirne una sola. La cosa mi ha molto colpito perché vengo da un piccolo giro da quelle parti nel quale mi è capitato di sperimentare sensazioni di appartenenza assai vivide. La terra di Estremadura è una sconfinata distesa di sugheri e lecci, vista dall’alto si presenta come un pattern regolare di macchie verdi che spiccano sul giallo del secco. Ospita diverse città storiche patrimonio dell’Unesco e alcuni santuari naturalistici con specie di uccelli altrove scomparse. Eppure non si può dire che la Spagna sia stato un paese attento alla natura, le trasformazioni ambientali sono state pesanti e a tratti catastrofiche (penso a certi tratti di costa mediterranea). Ma in quel territorio la antropizzazione è stata, diremmo oggi, “sostenibile”. La foresta primigenia non esiste più, ma gli alberi non sono affatto scomparsi: diradati, questo sì, potati anche, come nel caso dei lecci, e considerata specie produttiva anche il sughero. Il diradamento è funzionale alla silvicoltura e insieme consente la coltivazione di cereali e l’uso a pascolo. La redditività deve tutt’oggi essere attraente se è vero che per decine di chilometri ho cercato, per motivi squisitamente fotografici, un qualsiasi varco nelle recinzioni che ininterrottamente delimitano le diverse proprietà. Niente da fare: tutto perfettamente recintato e manutenuto.

Uomini o sardine

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Leggo oggi gli interessanti e belli articoli su Pasolini. Quando è morto, nel 75, ero troppo giovane per avere una idea compiuta dell’uomo e dell’artista. Si, mi ero imbattuto in qualche suo film ma, sinceramente, non ne ero rimasto granché impressionato. Oggi, appena più consapevole di allora, comincio ad apprezzare e rimango assai colpito da alcune affermazioni che trovo riportata:

«La matrice che genera tutti gli italiani è ormai la stessa — scriveva, nel 1974 — Non c’è più dunque differenza apprezzabile… tra un qualsiasi cittadino italiano fascista e un qualsiasi cittadino italiano antifascista. Essi sono culturalmente, psicologicamente, e quel che più impressiona, fisicamente, interscambiabili… I giovani neofascisti che con le loro bombe hanno insanguinato l’Italia, non sono più fascisti… Se per un caso impossibile essi ripristinassero a suon di bombe il fascismo, non accetterebbero mai di ritornare ad una Italia scomoda e rustica, l’Italia senza televisione e senza benessere, l’Italia senza motociclette e giubbotti di cuoio, l’Italia con le donne chiuse in casa e semivelate. Essi sono pervasi come tutti gli altri dagli effetti del nuovo potere che li rende simili tra loro e profondamente diversi rispetto ai loro predecessori».

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Citazioni: Creazione, rock, mito, natura

Pensa che tutti possano essere creativi?
«Magari. Ma non è così. La creazione è un atto di guerra non un armistizio con la realtà».
Enzo Mari – Repubblica 6/9/15


Per me il rock è sempre stato l’affresco di un momento storico ma oggi ha perso molto del suo istinto politico». Incalza Bono: «La rabbia che segue il dolore e la perdita è il motore di tutto, anche del rock, quello di Lennon e dei Clash, quello che è stato neutralizzato dal pop e in molti casi dalla fama e dal denaro». «Viziato dai talent show», aggiunge il bassista Adam Clayton. Anche voi siete adulti, ricchissimi eppure ancora sufficientemente rock. Risponde The Edge: «Ne deduco che non siamo cresciuti».
Bono – Repubblica 6/9/15


Senza la natura il mito non esisterebbe. Come dimostra ora l’importante mostra al Palazzo Reale di Milano. Ma senza il mito non ci sarebbe la natura. L’uno vive in funzione dell’altra, legati da un’attrazione fatale, da un magnetismo dell’immaginario che è all’origine dell’arte e, in generale, del pensiero umano.
 Marino Niola – Repubblica 5/9/15


Reduci testimoni

Reduci testimoni by lorca56
Reduci testimoni, a photo by lorca56 on Flickr.

Di recente ho fatto un giro in bicicletta lungo la perimetrale altomontana dell’Etna. Rispetto ad alcuni anni fa ho trovato che il percorso è diventato molto frequentato sia a piedi da da bikers scatenati. Naturalmente è stata l’occasione per qualche foto.

Montagne (quasi) cittadine

Da Barcarello su per il canalone

Vivere a Palermo può essere piuttosto difficile ma può anche riservare delle possibilità veramente godibili. Per esempio è possibile fare delle passeggiate in montagna ( ma anche delle scalate, volendo) a pochissimi chilometri dal centro.

Come questa indicata sulla immagine (ricavata da Google Earth), un percorso inizialmente assai impervio che partendo dalla Riserva Naturale di Capo Gallo porta sino alle porte di Mondello. Mare, vegetazione, roccia, in un sol colpo.

Alcune altre immagini dell’itinerario:

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