Uomini o sardine

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Leggo oggi gli interessanti e belli articoli su Pasolini. Quando è morto, nel 75, ero troppo giovane per avere una idea compiuta dell’uomo e dell’artista. Si, mi ero imbattuto in qualche suo film ma, sinceramente, non ne ero rimasto granché impressionato. Oggi, appena più consapevole di allora, comincio ad apprezzare e rimango assai colpito da alcune affermazioni che trovo riportata:

«La matrice che genera tutti gli italiani è ormai la stessa — scriveva, nel 1974 — Non c’è più dunque differenza apprezzabile… tra un qualsiasi cittadino italiano fascista e un qualsiasi cittadino italiano antifascista. Essi sono culturalmente, psicologicamente, e quel che più impressiona, fisicamente, interscambiabili… I giovani neofascisti che con le loro bombe hanno insanguinato l’Italia, non sono più fascisti… Se per un caso impossibile essi ripristinassero a suon di bombe il fascismo, non accetterebbero mai di ritornare ad una Italia scomoda e rustica, l’Italia senza televisione e senza benessere, l’Italia senza motociclette e giubbotti di cuoio, l’Italia con le donne chiuse in casa e semivelate. Essi sono pervasi come tutti gli altri dagli effetti del nuovo potere che li rende simili tra loro e profondamente diversi rispetto ai loro predecessori».

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Meno male che c’è Radio 3!

Qual’è la vostra radio preferita? Io ne ho due: Virgin Radio e Radio3. La prima per la musica sbomballante, ovviamente, la seconda…. beh, la seconda è tutta un’altra cosa. Si perché Radio 3 sembra essere il fossile vivente di una epoca nella quale la ragione, l’uso del confronto dialettico,  il piacere di elaborare pacatamente il pensiero, la ricerca, la curiosità verso il mondo, il tentativo di capire come stanno le cose venivano considerate cose belle, buone e importanti. Atteggiamenti da valorizzare e perseguire. Un pugno di persone riescono ancora a fare una radio di questo tipo.  Come fai a trovare il tempo di seguirla, mi si dice. La risposta è semplice: intanto, tranne rari film, non guardo televisione…. (si, ho sangue alieno nelle vene . . ). E poi ci sono i podcast! Non so perché, i podcast siano così poco frequentati, sono semplici da usare e comodissimi. Così spesso la sera mi ritrovo a lavorare sulle foto e ad ascoltare qualche podcast di Radio 3.

Ma in realtà sto divagando, mi sono lasciato prendere la mano e invece volevo dire un’altra cosa: oggi la giornata intera su Radio 3 è stata dedicata all’uso della lingua italiana. Una cosa intelligente, direi, un qualcosa di veramente opportuno, e anche, perché no, un atto d’amore.

La domenica de “Il Sole”

20120401-165804.jpg Due interessanti articoli sull’edizione di oggi 1 aprile de “La Domenica” del Sole 24 Ore, ne prendo un rapido appunto.

Nell’articolo “I professori dell’autoriforma” Sergio Luzzatto fa una affermazione assolutamente fondamentale: la scuola deve trasmettere (ma più che di trasmissione si tratta di sviluppare una competenza) ai giovani una vera e propria “epistemologia della rete“. È quanto già autonomamente fanno i docenti più motivati che lavorano per colmare il divario culturale e antropologico che rende gli scolari estranei a mondo della scuola. E lo fanno a prescindere da riforme e riformine…

Eraldo Cacchione, In “Una scossa per la scuola”, afferma (condivido pienamente) che le attuali dinamiche dei social network testimoniano l’avvenuto raggiungimento della maturità dell’era elettrica citata da Mc Luhan. La scuola, almeno quella parte della scuola ancora rigidamente gutenberghiana, si viene a trovare letteralmente “fuori dal mondo”.
Il passaggio da un’epoca all’altra avviene quando cambia il modo di immagazzinare e trasmettere la conoscenza. Ne deriva che la scuola non può trincerarsi dietro presunte “purezze disciplinari” che prescindono dai cambiamenti sociali e mediatici in atto.

Studenti antigelmini ed uso dei media

Si annuncia per domani la manifestazione finale dell’attuale movimento studentesco contro la riforma Gelmini. Mi viene voglia di cominciare qualche riflessione, spero che i miei studenti vogliano partecipare e dare il loro contributo.

Ho fatto un giro in rete per cercare di capire, relativamente al caso della mia città:

  • la provenienza delle notizie riguardo la protesta
  • l’uso della rete da parte degli studenti.

Si tratta di una piccolissima indagine senza alcuna pretesa di completezza e scientificità, ovviamente, l’ho fatto giusto per farmi un’idea della situazione.

Fondamentalmente ho cercato su Facebook a partire da “studenti medi palermo” (c’è un coordinamento omonimo) e su Google inserendo come criterio di ricerca le parole studenti, palermo, gelmini.

Cosa ne ho tratto:

  • come strumento di comunicazione la rete è stata usata pochissimo almeno relativamente alle esigenze di: coordinamento, diffusione dell’informazione, analisi critica dei documenti, dibattito
  • a livello di diffusione della protesta il maggior peso lo hanno decisamente mezzi tradizionali di tipo broadcast, giornali in testa. Parecchio viene anche dai blog, ma raramente da blog gestiti direttamente dagli studenti.

Nel complesso la sensazione è quella di una diffusa cultura di tipo televisivo (ahimè), capace di generare eventi-spettacolo  facilmente veicolabili dai media tradizionali ma ancora impacciata e confusa in quanto ad uso autonomo dei media sia per la comunicazione che la produzione di informazione.

Mi piacerebbe essere smentito e comunque potere approfondire l’argomento.