Perchè non facciamo tutti podcast

Ho letto su LTEver l’interessante post di Fortunato Sorrentino a proposito del convegno “Il format della Lezione” : I linguaggi del Web 2.0 per la scuola e il mobile learning (scrittura, audio, video, podcasting).

Sorrentino fa una serie di notazioni sulla attuale forte spinta verso l’uso dei podcast a scuola e nelle università, esponendo anche alcune perplessità. Ho inviato un commento al suo post per contribuire al tema con una mia piccola esperinza di qualche anno fa. Riporto qui quel commento.

******* testo del commento ******* 

Anch’io mi domando a volte come mai non facciamo tutti podcasting. Soprattutto quando devo spiegare per la centesima volta un certo argomento, quando devo affrontare in classe qualcosa che ho già affrontato in passato, allora sì, me lo domando. Mi viene da pensarlo anche quando penso alla ricchezza di una scuola che possa vantare nella sua mediateca alcune centinaia di podcast sulle materie più svariate. Magari prodotti anche dai colleghi più bravi . . . Mediateca e sito di istituto ovviamente, possibilmente web 2.0, addirittura accessibile . . .!

La verità è che non è poi così facile fare dei “podcast ben fatti”. Qualche volta ho tentato di registrare le mie lezioni in epoche nelle quali ancora di podcast non se ne parlava, ma avevamo comunque già grande disponibilità di questi piccoli meravigliosi registratori digitali. Ho imparato da quei tentativi che:

a) ci vuole un sacco di tempo a ripulire l’audio, tranne a non volere inserire l’intervento a sproposito di uno o più studenti e i vari tanti rumori provenienti dai corridoi e dalle finestre. Dal vivo non ci facciamo caso, ma una volta registrati diventano insopportabili;

b) durante la lezione si rischia di perdere di naturalezza perchè la concentrazione va sempre alla registrazione in atto;

c) si teme di dire fesserie che poi qualcuno può sentire . . .;

d) si teme di non riuscire a comunicare in audio quel tentativo di esemplificazione e di spiegazione magari non del tutto ortodosso, qualcosa che ha senso per rendere più chiara la lezione ai più “duri” di comprendonio ma che, una volta riascoltato “a freddo” porterebbe al calssico pensiero << ma che sta dicendo . . .>.

Insomma, non è certamente operazione di una mezzoretta di pomeriggio. Si tratta invece di un lavoro  da preparare a tavolino e da eseguire con una certa rigorosità. Dimenticavo . .  in quel periodo facevo anche le fotografie delle “lavagnate”, nella speranza di poter fornire un supporto addirittura audiovisivo (sono ancora visibili in parte all’indirizzo: www.columba.it/old/classi/index.htm )

La quantità di lavoro mi ha scoraggiato dal continuare . . .

Ritengo invece che possa essere una attività da presentare al collegio dei docenti in quei fatidici giorni di approvazione  dei vari “progetti” da inserire nel POF: si tratterebbe di finanziare delle vere e proprie “produzioni”, per quanto piccole e artigianali, per realizzare una piccola serie di lezioni-podcast-webcast da mettere a disposizione sul sito di istituto o, ancora meglio, sulla piattaforma e-learning di supporto alla didattica curricolare.

Autore: Carlo Columba

Nato (1956), cresciuto e vissuto a Palermo ma certamente non "palermitano doc", piuttosto mi sento pronto per un trasferimento in svizzera… Insegno elettronica negli istituti tecnici industriali ma provengo da esperienze di progettazione e produzione nel campo della multimedialità sequenziale e interattiva. Amante della natura e del silenzio da sempre coltivo la fotografia come personale e indispensabile autoterapia.