Mamma li turchi! Ovvero: qualche riflessione in margine al Comenius a Kuyucak

Turchia - Tradizione e modernitàSì, davvero, ma non come si possa immaginare . . . Il dato fondamentale: una straripante ospitalità, colma di attenzioni, cerimonie, doni. Nei giorni impareremo che non è limitata ai soli partecipanti al progetto. Cominciamo dal primo giorno dei lavori ufficiali: l’ingresso mel grande locale della manifestazione è segnato dall’offerta dell’acqua profumata per lavare le mani e dei “lukum”, classico quanto appiccicoso e tradizionale dolcetto. Si aprono i lavori: Ercan e Zohre sono fantastici, lo saranno per tutta la durata del nostro soggiorno: in piedi, davanti ad una nutrita platea composta da docenti e studenti italiani, turchi, polacchi e spagnoli si alternano nel tradurre dal turco all’inglese e dall’inglese al turco. D’un tratto, tutti in piedi! L’inno nazionale turco viene ascoltato praticamente sull’attenti! Naturalmente verrà seguito dagli inni degli altri paesi coinvolti in questo Comenius: c’è una grande concentrazione e compenetrazione. Non riesco a non pensare come da noi sarebbe stato diverso, qui non sembra affatto uno stanco rituale. Sorpresa tra le sorprese: a turno veniamo chiamati, tutti, per ricevere un omaggio dall’assessore alla cultura (almeno così ho capito). Chiniamo la testa per indossare una sorta di coprispalle di cotone: un grande onore!

Tralascio, almeno per il momento, la descrizione di tutti i momenti vissuti in questi giorni. Mi preme adesso sottolineare  la grande amichevolezza nella quale ci siamo trovati immersi: ci hanno portato in giro, ospitati nelle loro case, pagato molti dei nostri pranzi, fatto conoscere le loro famiglie. Mi sento davvero molto favorevolmente impressionato. Oggi (questa nota risale al 21 us), ultimo giorno del nostro soggiorno in Anatolia, con Antonio abbiamo raggiunto, a piedi, un paesino distante qualche chilometro da Umutt, l’albergo termale nel quale risiediamo. Per la strada, ingombra di macchine agricole, praticamente nessuno. Entriamo “nel bar della piazza”  per prendere un tè: nel locale alcuni anziani leggono il giornale e chiaccherano tra di loro. Al momento di andare non ci consentono di pagare! Parlano solo turco, ci intendiamo a gesti: hanno facce distese e serene, sono contenti di offrircelo, questo tè. Siamo contenti pure noi!

Autore: Carlo Columba

Nato (1956), cresciuto e vissuto a Palermo ma certamente non "palermitano doc", piuttosto mi sento pronto per un trasferimento in svizzera… Insegno elettronica negli istituti tecnici industriali ma provengo da esperienze di progettazione e produzione nel campo della multimedialità sequenziale e interattiva. Amante della natura e del silenzio da sempre coltivo la fotografia come personale e indispensabile autoterapia.

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