Lo stress affettivo da Dialogo Interculturale

La ricetta é semplice: prendi un gruppo polacco, studenti e professori insieme, uno spagnolo, uno turco e uno italiano; falli incontrare per una settimana organizzando una moltitudine di momenti per stare insieme: momenti di confronto ma anche, anzi soprattutto, di vera e propria esplorazione turistica, andando in giro dentro e fuori città. Gli studenti sono ospitati da altri studenti e così anche le famiglie ne risultano coinvolte. Stiamo parlando di uno dei tanti progetti europei “Comenius” aventi come obiettivo l’Intercultural Dialogue . Ho avuto l’opportunità di partecipare a quello della mia scuola avente come obiettivo l’abbattimento degli stereotipi culturali: devo ammettere che si tratta di una esperienza estremamente positiva, un qualcosa che davvero riesce a tirar fuori il meglio dalle persone partecipanti. Tutti si trovano bene, al di là delle abitudini e delle lingue, anzi, si crea una tale atmosfera di disponibilità e di amichevolezza che, terminata la settimana, giunto il momento degli addii, da più parti si è fatta fatica per trattenere qualche lacrima. Grandi propositi di rivedersi, ma dentro di sè ognuno sa che difficilmente potrà reincontrare questi nuovi amici. Così, insieme al piacere della fortunata esperienza, cala anche un velo di tristezza, una precoce nostalgia. C’é da riflettere: come mai si riesce a creare in così poco tempo questo forte legame affettivo?

Su facebook sono attualmente visitabili le gallerie fotografiche del meeting a Kuyucac (Turchia) e del più recente meeting palermitano.

Comenius 2009 Intercultural Dialogue – Palermo Meeting

Comenius 2009 – Palermo Photo Exhibition

Autore: Carlo Columba

Nato (1956), cresciuto e vissuto a Palermo ma certamente non "palermitano doc", piuttosto mi sento pronto per un trasferimento in svizzera… Insegno elettronica negli istituti tecnici industriali ma provengo da esperienze di progettazione e produzione nel campo della multimedialità sequenziale e interattiva. Amante della natura e del silenzio da sempre coltivo la fotografia come personale e indispensabile autoterapia.