Gli studenti come “Learning Designers”

Ho letto di recente il paper “Students as learning designers: Using social media to scaffold the experience” nel quale si riporta la metodologia adottata da una ricerca che ha posto gli studenti direttamente al centro del processo di progettazione didattica. A patto di avere un efficace supporto da parte degli insegnanti, si è visto come la metodologia sia capace di operare su un versante nel quale la scuola in generale è molto carente: mi riferisco ai processi metacognitivi e in particolare a:

  • gestione del progetto
  • ricerca
  • organizzazione dei materiali e rappresentazione delle conoscenze
  • presentazione
  • riflessione critica
La ricerca non nasconde la coesistenza di vantaggi e svantaggi, in particolare riguardo a quattro temi cardine dell’instructional design mette in evidenza quanto segue:
  • le modalità collaborative risultano avvantaggiate dalle possibili sinergie e dalla suddivisione dei carichi e delle responsabilità; d’altro canto si corre il rischio di problematiche di leadership e di una certa dispersività dei processi. Certamente si rende necessaria una maggiore quantità di tempo;
  • dal punto di vista della pertinenza delle attività sembra molto favorevole il fatto che si incoraggi la connessione tra ipotesi teoriche e messa in pratica. Inoltre si aggiunge concretezza al processo di apprendimento e si genera un certo orgoglio tra gli stessi studenti perchè sentono come cosa personale (in opposizione a “quello che vuole sapere il professore”) quanto si va facendo. Il rovescio della medaglia sta nel rischio di sbagliare del tutto strada e quindi di imboccare percorsi che potenzialmente possono poi rivelarsi come perdita di tempo;
  • il controllo da parte di chi apprende incoraggia la diversità e gli approcci multipli alla ricerca delle soluzioni ai problemi. Incrementa la autostima e consente l’instaurazione di ritmi consoni alle persone. Rischi: risultati imprevisti, perdita degli obiettivi, procrastinazione;
  • preparazione tecnologica: favorisce una avanzata considerazione riguardante i contenuti, i contesti e le applicazioni da adoperare. Di contro può intimidire quanti si sentano in questo meno dotati.

L’analisi dei pro e contro  definisce e mette in risalto il ruolo del docente che va identificato nelle seguenti azioni di scaffolding:

  • generare interesse verso il compito
  • semplificarlo
  • mantenere la ricerca degli obbiettivi
  • evidenziare criticità e discrepanze tra quanto prodotto e la soluzione ideale
  • controllare l’insorgere della frustrazione durante le fasi di problem-solving
  • dimostrare ed esemplificare una versione idealizzata delle azioni da eseguire.

L’attività di ricerca ha inoltre evidenziato le implicazioni derivanti dall’uso degli stri strumenti della rete e in particolare dei social network.

In conclusione la ricerca ha messo in evidenza che:

  • si riscontra un incremento nell’utilizzo del linguaggio della metacognizione e nell’uso e nella condivisione di strategie metacognitive;
  • le dinamiche di aula risultano modificate: il docente viene identificato come guida ma anche come “co-learner”; i pari vengono identificati come co-learners e come fonte di supporto e di consigli;
  • gli studenti hanno sviluppato grandi varietà e diversità di approcci progettuali;
  • il progetto ha fornito ai docenti una opportunità per riflettere sugli aspetti metacognitivi e soprattutto per ripensare il loro approccio al curricolo.

Autore: Carlo Columba

Nato (1956), cresciuto e vissuto a Palermo ma certamente non "palermitano doc", piuttosto mi sento pronto per un trasferimento in svizzera… Insegno elettronica negli istituti tecnici industriali ma provengo da esperienze di progettazione e produzione nel campo della multimedialità sequenziale e interattiva. Amante della natura e del silenzio da sempre coltivo la fotografia come personale e indispensabile autoterapia.