Cuffariani, che facce!

Spinto dal tema cuffariano, ieri sera ho derogato dalla sana abitudine di star lontano dallo schermo televisivo per vedere la puntata settimanale di AnnoZero.

Tralascio la critica a questo modello di giornalismo costretto a dar voce al blablaismo più o meno demenziale degli interventi per concentrarmi, piuttosto, su di una sequenza estratta dal filmato “La Mafia è Bianca”.

Particolarmente mi ha colpito la sequenza girata in occasione di una manifestazione pubblica presso il Cinema Don Bosco dei salesiani, ottima e stimata scuola (privata) cittadina frequentata, da studente, dal nostro ex presidente della regione. La scena è la seguente: l’intervistatore fa delle domande al fratello di Salvatore Cuffaro, che, a modo suo, risponde. Sullo sfondo una folla di personaggi i cui volti si distinguevano per alcuni tratti comuni: una “masticata di chewingum” oltremodo sfrontata (la presenza della telecamera era evidente) e rivoltante; una mimica facciale e uno sguardo . . . non so come descriverlo, ma sono più che certo che il significato di quello sguardo, di quei volti, siano molto molto chiari per un siciliano.

Avete presente quando, ne “Il Caimano” di Moretti, si vede la vera registrazione di berlusconi al Parlamento Europeo? Parlandone con diverse persone ho appurato che siamo stati in molti ad avere la stessa impressione: il berlusconi vero risultava molto più caricaturale e farsesco del berlusconi impersonato dagli attori! Ebbene, qualcosa di simile accadeva col frammento dei cuffariani al Don Bosco: sembrava di assistere ad una sorta di cabaret che pigliasse in giro la mafia ed insieme ad una versione dei “furbetti del quartierino” in salsa siciliana. Qualcosa che suona così: è inutile che parlate e straparlate, tanto non ci potete fare niente. Se tu mi accusi io mi difendo addirittura pigliandoti in giro, perchè tutti sanno quale sia la verità, ma nessuno la dice o la testimonia. Sei così insignificante che non riesci nemmeno a darmi fastidio. . .

Sono certo che su quella sequenza si potrebbe scrivere più di un trattato di antropologia. Non so se sono riuscito a rendere l’idea!

Autore: Carlo Columba

Nato (1956), cresciuto e vissuto a Palermo ma certamente non "palermitano doc", piuttosto mi sento pronto per un trasferimento in svizzera… Insegno elettronica negli istituti tecnici industriali ma provengo da esperienze di progettazione e produzione nel campo della multimedialità sequenziale e interattiva. Amante della natura e del silenzio da sempre coltivo la fotografia come personale e indispensabile autoterapia.

Un commento su “Cuffariani, che facce!”

  1. Non ho visto la trasmissione in diretta, a freddo ha fatto un altro effetto, non era coinvolgente, mi ha solo dato da pensare il tuo commento, ma sono siciliano da molto tempo, abituato a sentire tante voci.
    Frasi tipo “La mafia è bianca”, il commento su paesani che masticano la gomma, sono il frutto di un odio di classe, di una frustrazione mentale. Non della realtà.
    Ho visto cambiare la Sicilia e anche la mafia, che ha utilizzato localmente amicizie politiche di tutti i colori per avere quella copertura di potere necessaria per i propri profitti.
    Ho visto guardiaspalle atteggiarsi a mafiosi. Ma erano solo cretini. Quelli veri non ciccano davanti una TV, forse era gente mandadata dalle sinistre per fare quelle riprese, molto più verosimile.
    Ho visto persone politiche di tutti i partiti appoggiarsi anche al vento per avere voti.
    E’ logico mandare in giro certi commenti in epoca preelettorale, come questa. Sicuri che non ci sarà mai ritorsione contro un poveraccio che scrive su internet, dato che la mafia appoggia ed è appoggiata da un altro colore.
    Potrei scrivere romanzi sul tema “La mafia è rossa”, ma non sarebbe saggio.

    Antonino

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