Competenze e Tecnologie Digitali

Nell’ambito del corso organizzato dal Cidi di Palermo per la preparazione al concorso a Cattedra, ho tenuto oggi pomeriggio un incontro di formazione sull’utilizzo didattico delle tecnologie. allego qui gli appunti utilizzati:

Impunità

20121219-182308.jpgArrivo a scuola, stamattina, subito mi accorgo di qualcosa che non va: posteggio semideserto, troppo poco movimento. In portineria la polvere bianca per terra rende subito tutto chiaro: svuotati gli estintori ancora una volta! Piano terra e primo piano inagibili, scuola chiusa.
Sono veramente seccato. Non riesco a tollerare che una comunità come quella dell’istituto sia in balia di qualche malandrino mezzo deficiente. Quindici giorni fa il furto di 22 iPad che dovevano servire per una sperimentazione didattica. Oggi ancora gli estintori, uso strategico, lunedì e martedì la scuola è stata chiusa per il concorso, sabato è già vacanza natalizia, mercoledì-giovedì-venerdì rimanevano da risolvere… E così i ricevimenti dei genitori si sono oggi fatti in palestra…
La cosa che mi disturba di più è comunque l’interruzione, a tutti i livelli del processo fomativo, del rapporto causa ed effetto. Parlo di cose semplici, del genere: se non si è preparati si boccia oppure se si fa un danno se ne pagano le spese. Invece no, parlando ad esempio con i ragazzi che qualche settimana fa occupavano a singhiozzo l’istituto mi sono reso conto che la forza sulla quale contavano non consisteva nelle convinzioni, nelle ideologie e tanto meno nella voglia di far qualcosa! Niente di tutto questo. Piuttosto il discorso girava sempre su argomentazioni del tipo “ma tanto non possono farci niente” oppure “lo zio commissario della Digos ci ha detto che se non ha la nostra carta di identità la preside non ci può denunciare”. Non il coraggio, non le idee e nemmeno una vera volontà; piuttosto l’impunità. Viene lo scoraggiamento.

41 bis per la scuola

La legge di stabilità (alias la finanziaria) per l’anno 2013 prevedeva che i docenti dovessero effettuare 24 ore di attività frontale a fronte delle attuale 18. Il tutto senza alcun aumento nella retribuzione… Tale norma è stata eliminata ma ne sono state introdotte delle altre delle quali non ho visto nei media alcuna traccia essendosi parlato solamente delle 24 ore e della riduzione del Fondo per l’Istituzione ( le somme che ogni scuola ha disponibili per il suo funzionamento).

Nel tentativo di capirci qualcosa in più sono andato a leggere il risultato dei lavori della Commissione Parlamentare VII (Cutura, scienza e istruzione) e ho cercato di sintetizzarne il contenuto nelle due mappe concettuali che allego.

Alcune novità mi sembrano rilevanti e foriere di possibili cambiamenti:

  • l’organico funzionale di rete, ad esempio, che consentirebbe di utilizzare lo stesso docente come “tappabuchi” in scuole diverse
  • la dimensione “minima” delle 18 ore, da riequilibrare a scelta del dirigente in funzione di una valutazione dei carichi di lavoro dei diversi docenti dell’istituto
  • la variabilità della retribuzione, costituita ( novità assoluta) da una parte fissa e da una parte legata al “merito”
  • la necessità di tenere un registro dei lavori fatti al di fuori delle 18 ore in classe.

Credo se ne debba parlare per le imminenti iniziative.

 

 

Facebook per docenti e formatori

Ho dato un’occhiata al sito facebookforeducators.org e scaricato gratuitamente la pubblicazione omonima. Mi sembra complessivamente un lavoro ben fatto e sono propenso a credere a quanto dichiarato dagli autori e cioè che hanno scritto liberamente senza alcun condizionamento dallo stesso Facebook (il dubbio più grande venendo dalla impostazione grafica del sito che è decisamente “facebook-like). Si tratta di un lavoro divulgativo, niente di specialistico, ma forse proprio questo aspetto, considerando la scarsa propensione dei nostri docenti (nostri della scuola italiana) all’utilizzo e alla partecipazione sui social network, lo rende particolarmente interessante.

Mi piace qui condividere intanto una riflessione a partire dalla strutturazione del testo, chiaramente esplicitata nelle prime pagine:

7 Ways Educators Can Use Facebook

1. Help develop and follow your school’s policy about Facebook.
2. Encourage students to follow Facebook’s guidelines.
3. Stay up to date about safety and privacy settings on Facebook.
4. Promote good citizenship in the digital world.
5. Use Facebook’s pages and groups features to communicate with students and parents.
6. Embrace the digital, social, mobile, and “always-on” learning styles of 21st Century students.
7. Use Facebook as a professional development resource.

Dei sette punti sopra riportati ben quattro, i primi quattro, non riguardano le possibilità di utilizzo di facebook all’interno dei percorsi formativi, si tratta piuttosto di pensare, di approcciare l’utilizzo di facebook come percorso formativo! Facebook viene considerato non come strumento ma come oggetto di apprendimento nella convinzione (del resto esplicitata) del suo essersi fatto mondo, dell’essere ormai parte importante della realtà vissuta da una grande fascia sociale.

In linea di massima non trovo niente di male nel fatto che la scuola sia il luogo ove si impari a gestire la propria presenza in rete e soprattutto si acquisiscano quelle competenze di “cittadinanza digitale (critical thinking compreso)” che certamente devono far parte del corredo culturale di ognuno di noi. Piuttosto mi infastidisce l’approccio stile “facebook-alfabetizzazione” che mi sembra eccessivamente stretto e quasi settario. Non c’è solo facebook e non si vive di solo facebook, mi sarebbe piaciuto di più una pubblicazione del tipo “Socialnetworks for educators”, un testo nel quale verrebbero considerati anche tutti gli altri ambienti che la rete ci mette a disposizione.

Cellulare a scuola? Si grazie!

Su “onlinecollege.org” un interessante articolo su dieci scuole (statunitensi) che hanno fatto un balzo nel superare il classico “divieto di telefonino” e hanno implementato strategie per farlo diventare vero e proprio strumento didattico.

Alla ONSLOW COUNTY SCHOOLS nel North Caroline, si è deciso di provare i dispositivi mobili all’interno di un programma di incremento di abilità matematiche. Lo studio riporta una maggiore confidenza degli studenti interessati con i temi della matematica e una maggiore sicurezza personale tanto che la metà di essi sta adesso considerando la possibilità di trovare un lavoro in campo matematico.

Alla CIMARRON ELEMENTARY SCHOOL ai bambini della scuola elementare sono stati assegnati dei cellulari con le funzioni di chiamata disabilitate ma del tutto funzionanti per tutte la connettività internet: posta elettronica, navigazione del web, esecuzione di quiz on line, di webquest, consultazione di vocabolari, esecuzione di compiti a casa. E per rimanere in contatto con i docenti. Il programma registra un incremento nei punteggi relativi alle abilità matematiche e scientifiche.

Rimando all’articolo originale per una completa lettura e tento un breve confronto tra la situazione come la viviamo da noi e come invece vissuta nei paesi anglofoni. A parte qualche lodevole iniziativa quale il “Simposio Internazionale su Mobile Learning per non vedenti” tenutosi a Palermo presso il CNR – Istituto per le Tecnologie Didattiche,  lo scorso 25 maggio, la stragrande maggioranza degli interventi sono di natura proibizionista e censoria: facendo una ricerca su google con parole-chiave “telefonino” e “scuola” si ottiene una intera pagina caratterizzata da  “Scuola: divieto di utilizzo del telefono cellulare per gli alunniCellulari vietati scuola, anche spentiCellularescuola? Assolutamente noTelefoninoscuola: vietato a insegnanti e studentiBasta telefoniniscuola!PI: Scuola, più facile sequestrare i cellulari, e così via dicendo…

Analoga ricerca con parole chiave “mobile” e “school” , questa volta in inglese quindi, restituisce una serie di link in maggioranza relativi ad iniziative didattiche innnovative, eventualmente rivolti a comunità svantaggiate di paesi in via di sviluppo. La cosa che fa veramente pensare è che si tratta comunque di siti italiani! Basta il cambiamento di lingua per intercettare un profondissimo cambiamento nell’approccio a questa tecnologia! Si veda ad esempio: Mobile knowledge academyENAIP – Progetto MobileSchoolMobile School: la scuola costruisce la scuola mobile in Etiopia,  etc. Tutto in positivo questa volta, la tecnologia vista come opportunità e non come minaccia.

E ancora, facendo una ricerca con “mobile at school”, si intercettano questa volta siti in lingua inglese, con pagine rivolte per lo più allo sviluppo del pensiero critico sulla materia in questione: Cell Phones at School: Should They Be Allowed?Don’t ban mobiles in schools, let students use themDebate: Should children have cell phones at school?Education World: Mobile Technology Goes to SchoolA template policy for mobile phones in school.

Una bella differenza!

La domenica de “Il Sole”

20120401-165804.jpg Due interessanti articoli sull’edizione di oggi 1 aprile de “La Domenica” del Sole 24 Ore, ne prendo un rapido appunto.

Nell’articolo “I professori dell’autoriforma” Sergio Luzzatto fa una affermazione assolutamente fondamentale: la scuola deve trasmettere (ma più che di trasmissione si tratta di sviluppare una competenza) ai giovani una vera e propria “epistemologia della rete“. È quanto già autonomamente fanno i docenti più motivati che lavorano per colmare il divario culturale e antropologico che rende gli scolari estranei a mondo della scuola. E lo fanno a prescindere da riforme e riformine…

Eraldo Cacchione, In “Una scossa per la scuola”, afferma (condivido pienamente) che le attuali dinamiche dei social network testimoniano l’avvenuto raggiungimento della maturità dell’era elettrica citata da Mc Luhan. La scuola, almeno quella parte della scuola ancora rigidamente gutenberghiana, si viene a trovare letteralmente “fuori dal mondo”.
Il passaggio da un’epoca all’altra avviene quando cambia il modo di immagazzinare e trasmettere la conoscenza. Ne deriva che la scuola non può trincerarsi dietro presunte “purezze disciplinari” che prescindono dai cambiamenti sociali e mediatici in atto.

Calcolo della costante di propagazione di una linea di trasmissione

Ho creato una piccola risorsa per lo studio delle linee di trasmissione: questo widget di WolframAlpha restituisce la costante di propagazione di una linea di trasmissione:

Il calcolo diventa difficile perché si tratta di fare la radice quadrata di un numero complesso, operazione poco nota e che, comunque, richiede molto tempo con probabilità elevata di fare banali errori di calcolo. La dedico a tutti gli studenti di telecomunicazioni come aiuto per la verifica degli esercizi.

[wolframalphawidget id=”d18808c849f9d771b20965ce70de4ee4″ theme=”gray” output=”lightbox” width=”400″]

I grandi musei e la didattica: il British Museum

Musei ed esposizioni hanno tutti una loro interfaccia “digitale” sul web. Concepita inizialmente per la diffusione delle informazioni sul patrimonio culturale in essi contenuto, la presenza di queste istituzioni ha gradatamente implementato strumenti e proposte dedicate esplicitamente al mondo della scuola e della formazione. Sono andato a dare un’occhiata a quanto, in proposito, stanno facendo alcuni grandi musei.

British Museum

Sul suo sito si trova una intera sezione chiamata Learning che introduce a cinque diversi ambienti: School and teachers, Family learning, Adult learning, Samsung Centre, Kids learn on line, ognuna delle quali ulteriormente suddivisa in proposte di attività. L’offerta è veramente ricca: in School and teachers si trova accesso alle “Risorse per la visita e per il lavoro in classe” già strutturate e organizzate per tema, per cultura, per fasce di età. Ai docenti sono dedicati corsi ed eventi, alcuni con ingresso libero, altri a pagamento; ai gruppi-classe in visita sono offerte diverse possibilità, ad esempio nel periodo in cui sto scrivendo questo post è possibile partecipare al workshop “Hajj: journey to the heart of Islam”  che prevede anche l’utilizzo della tecnologia “mobile” per interessare al massimo i ragazzi ed impegnarli in una serie di previste attività. Oltre all’interesse delle diverse proposte, colpisce la cura che traspare riguardo la preparazione delle diverse attività: l’idea è quella di coinvolgere i ragazzi mettendoli direttamente “al lavoro” mediante compilazione di schede di osservazione, elaborazioni di disegni, realizzazione di manufatti con le tecniche artigianali delle diverse culture. I docenti ( ma sono comunque liberamente scaricabili da tutti) trovano sul sito apposite pubblicazioni per la preparazione della visita della classe.

Nel Samsung Centre l’accento è spostato sull’utilizzo delle tecnologie con proposte anche in questo caso studiate per le diverse fasce di età e per i soggetti con disabilità: è possibile realizzare un podcast oppure progettare e virtualmente costruire un tempio greco, fare presentazioni multimediali o affrontare sfide scientifiche per risolvere dei misteri, oppure ancora comporre musica o realizzare versioni personalizzate di opere pittoriche e decorative.

L’ambiente “Kids learn on line” consente di scoprire i contenuti del museo, di partecipare ad un gioco interattivo di avventura chiamato “Time Explorer”, di accedere ad una serie di video concepiti per spiegare in pochi minuti alcuni temi importanti nella storia: la codificazione e la misura del tempo, l’evoluzione della moneta, dell’abbigliamento, della scrittura, tutti temi sempre attuali perché ci coinvolgono tutti nella vita quotidiana.

Il British è presente anche su Facebook, YouTube, Twitter, Flickr, e il sito offre l’abbonamento RSS ai contenuti del blog.

Flipped classroom – le attività in classe

Terza ed ultima puntata della piccola serie di post iniziata con Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?Ragionando su un possibile “flipped book”. Proverò adesso a delineare quali potrebbero essere le attività da proporre ai ragazzi in classe.

Supponiamo, giusto per comodità, e riferendoci al post precedente, di avere assegnato ai ragazzi lo studio dei materiali relativi all’amplificatore audio per PC (vedi). Lo abbiamo fatto introducendo il tema in classe ma sostanzialmente rimandandoli alla lettura dei materiali appositamente preparati: il capitolo del “flipped textbook” e gli eventuali altri materiali on e offline. Una volta che i ragazzi abbiano fatto questo si tratterà, in classe, di affrontare la parte forse più consistente dell’intero processo di apprendimento e cioè:

  • fornire chiarimenti rispetto ai “passaggi difficili”;
  • attivare il processo di rielaborazione delle conoscenze in modo da procurare il raggiungimento delle desiderate abilità e competenze;
  • effettuare la necessaria valutazione formativa
  • effettuare la valutazione sommativa.

Provo a delineare alcuni possibili attività utili a questo scopo.

Titolo : Panoramica sui prodotti in commercio.

Svolgimento

Si fornisce agli alunni una raccolta di indirizzi di siti opportunamente selezionati per trovare le informazioni commerciali (prezzi, disponibilità) e le caratteristiche tecniche (dimensioni, peso, risposta in frequenza, potenza, etc). Le informazioni vengono raccolte su di una apposita tabella (può essere cartacea, ma meglio se digitale e compilabile in modalità collaborativa) concepita per effettuare il confronto tra le caratteristiche dei diversi modelli. Infine si chiede agli studenti di elaborare un documento ragionato che esprima la convenienza di un modello rispetto ad un altro in dipendenza delle possibili situazioni d’uso (personale, di aula, portatile, alta fedeltà, etc). La natura del documento può essere ulteriore oggetto di scelta e coinvolgere eventualmente anche discipline differenti ( italiano, inglese…): si può ad esempio dare ai ragazzi il compito di scrivere un intervento per il proprio blog, come se si trattasse ad esempio di una rubrica di una rivista specializzata. Il titolo potrebbe essere: “Quale amplificatore per quali usi”. Oppure si potrebbe proporre una relazione tecnica che serva in una azienda per effettuare un acquisto.

Attrezzature necessarie

  • computer o tablet collegati in rete con accesso internet
  • proiettore o lim per visualizzare collettivamente la tabella anche durante il processo di completamento
  • avere attivato uno o più blog oppure avere accesso ai google docs o a un wiki, etc

Titolo: Realizzazione dello schema a blocchi del sistema

Svolgimento

La realizzazione dello schema a blocchi ha una grande utilità per meglio cogliere le relazioni funzionali e di dipendenza delle varie parti del dispositivo. Può essere realizzato su carta o sulla LIM ( magari facendo intervenire direttamente gli alunni ) oppure si può utilizzare un ambiente collaborativo dedicato ( ad esempio cacoo.com).

Attrezzature necessarie

Non è obbligatorio arrivare a pubblicare qualcosa in rete, ma la presenza di lim e di dispositivi con accesso ad internet è sicuramente un valore aggiunto.

Titolo: Progettiamo e realizziamo un alimentatore stabilizzato

Svolgimento

A partire da una serie di schemi e di riferimenti bibliositografici relativi ai componenti utilizzabili e alle relative specifiche tecniche si chiede ai ragazzi di elaborare delle ipotesi di circuito elettrico e di testarne il funzionamento mediante software di simulazione elettronica. Il processo potrebbe richiedere fasi cicliche di aggiustamenti successivi. Una volta soddisfatti del risultato ottenuto con la simulazione si può procedere al montaggio materiale su basetta sperimentale o su circuito stampato. Volendo approfondire ulteriormente vi è la possibilità di condurre una serie di misure sul circuito fisico ed un confronto con le stesse misure sul circuito della simulazione sw; l’analisi critica delle differenze potrebbe avere valore estremamente professionalizzante. Un naturale completamento dell’attività potrebbe essere la realizzazione della documentazione di progetto: ad esempio un manuale d’uso di tipo cartaceo o una pagina web, una presentazione, etc.

Attrezzature necessarie

  • Computer o tablet con software di simulazione
  • laboratorio classico di elettronica
  • software di editing e publishing per la documentazione

In maniera del tutto analoga al punto precedente le attività: Progettiamo e realizziamo un amplificatore audio e Progettiamo e realizziamo un controllo dei toni.

Non mi pare il caso di dilungarmi in questa sede sulla didattica dell’elettronica, anzi, chiedo scusa se la natura degli esempi portati potrà essere sembrata assai poco familiare. D’altro canto mi sarebbe sembrato indelicato voler portare esempi per discipline che non sono le mie. Mi auguro comunque di essere riuscito a “rendere l’idea” di una metodologia potenzialmente utile a coniugare le diverse necessità e opportunità che a scuola affrontiamo ogni giorno: dover motivare gli alunni, migliorare l’efficienza del processo di insegnamento-apprendimento, cogliere le opportunità della tecnologia, sfruttare metodi e modelli innovativi e comunicativi.

Post precedenti: Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?Ragionando su un possibile “flipped book”

Ragionando su un possibile “flipped book”

Per continuare la riflessione sulla flipped classroom e soprattutto sul flipped textbook, proverò adesso a concepire in questa logica un possibile “capitolo” di libro di testo della disciplina che insegno (elettronica)  e qualche attività da svolgere in classe con gli alunni.

Supponiamo di volere descrivere come è fatto e come, anche artigianalmente sia possibile realizzare, un piccolo apparato molto diffuso: un amplificatore audio da collegare al computer o al lettore mp3.

Volendo ragionare in termini di conoscenze – abilità – competenze potremmo dire che:

  • le conoscenze sono quelle relative agli schemi elettrici adottabili e ai componenti commerciali disponibili;
  • le abilità sono quelle relative alla ricerca dei materiali, dei componenti, la comprensione delle specifiche, la descrizione delle funzionalità;
  • le competenze sono quelle sintetiche di progetto, di realizzazione pratica in laboratorio, di preparazione di materiali illustrativi.

I relativi contenuti sono tra quelli classicamente trattati nelle classi quarte, in special modo gli amplificatori audio realizzati con amplificatori operazionali e gli alimentatori stabilizzati.

Comincio la riflessione con l’elaborazione di una piccola mappa concettuale che mi serve a mettere in evidenza la composizione del sistema nelle sue diverse componenti. In verde ho indicato il dettaglio della componente elettronica.

Ogni nodo della mappa potrebbe a questo punto essere tradotto in un paragrafo o in un capitolo del testo di riferimento, non escludendo, ovviamente, eventuali riferimenti esterni a materiali on line (i modelli commerciali ad esempio).
Se ne deduce questo possibile sommario:

  • AMPLIFICATORE AUDIO PER PC
    • esempi commerciali
    • composizione
      • contenitore
      • cavi e spinotti
      • altoparlanti
    • l’elettronica
      • alimentatore stabilizzato
      • amplificatore
      • regolazione dei toni

Nella descrizione dell’elettronica ho volutamente omesso i dettagli dei sottotemi per non essere prolisso e pedante.

Gli obiettivi formativi perseguibili sono tra i seguenti:

  • descrizione del sistema e delle sue funzionalità
  • conoscenza di alcuni amplificatori integrati facilmente reperibili, capacità di lettura delle specifiche tecniche, conoscenza orientativa dei prezzi e dei paesi di provenienza
  • riproduzione e descrizione dello schema elettrico dei più comuni amplificatori con operazionali
  • progettazione di un semplice amplificatore audio con operazionale
  • conoscenza degli integrati più diffusi per la realizzazione di amplificatori audio di piccola potenza
  • descrizione e spiegazione del funzionamento degli schemi elettrici usabili con amplificatore audio integrato
  • etc etc

A questo punto non dovrebbe essere difficile dare avvio alla scrittura vera e propria senza dimenticare:

  • la contestualizzazione di ogni elemento della trattatazione  e il riferimento continuo agli specifici obiettivi;
  • di tenere a bada la tentazione e la tradizione della “trattazione completa ed esaustiva”;
  • che ogni elemento della trattazione deve poter dare luogo ad una esperienza o deve comunque potersi riferire ad una esperienza da proporre agli alunni.

In questa riflessione posto non marginale assumono le considerazioni relative alle modalità di scrittura del testo stesso in quanto appare subito chiaro che:

  • vengono meno le necessità di completezza: i diversi temi possono essere scritti e proposti in tempi diversi, eventualmente stratificandosi e arricchendosi negli anni;
  • la scrittura dello stesso testo può essere eseguita anche da diversi docenti con modalità efficacemente cooperative e collaborative.

Entrambi i punti ci inducono inoltre a ritenere che il necessario sforzo produttivo sia affrontabile anche da docenti non classicamente “autori” di testi scolastici.

Nel prossimo post cercherò di delineare quali potrebbero essere le attività da proporre agli alunni per il lavoro in classe.

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