AI – Stanford

Ha oggi inizio il primo corso on line “Intelligenza Artificiale” erogato da Stanford. Gratuito e per grandissimi numeri prevede due possibili percorsi, con e senza esami, a seconda che si voglia o meno ottenere il riconoscimento del titolo.
L’iniziativa, anche per il prestigio dei docenti, è sicuramente di grandissimo livello e costitusce una bellissima opportunità non solo per gli studenti ma anche per i semplici curiosi da tutte le parti del mondo.
La didattica è però centrata su dinamiche del tutto tradizionali: lezioni frontali erogate dai docenti per mezzo di video e test di valutazione di tipo automatico. È previsto un forum per i partecipanti ma l’asse portante delle interazioni parte dai docenti e ad essi quasi esclusivamente è previsto che ritorni. Siamo, ma è solo una mia impressione, piuttosto lontani sia dall’approccio collaborativo sia da quello connettivista adottato dai “Mooc” canadesi (vedi http://youtu.be/eW3gMGqcZQc o anche http://openeducationnews.org/2008/07/30/mooc-massive-open-online-course/ ). Tuttavia è una gran bella iniziativa, e per di più “open”.

Radio Show

Uno strumento potenzialmente interessante anche per la didattica! Possibile usarlo per organizzare e motivare lavori degli studenti. Ma anche per registrare le nomalissime lezioni per eventuali (ma sempre necessari) recuperi!

Lavagna condivisa per aula lim + tablet

Ho appena fatto una piccolissima prova per vedere se questo sistema di lavagna condivisa funzionasse anche su iPad. Ne ho aperto un’istanza sul desktop e un’altra dall’iPad (temendo il blocco dell’onnipresente flash . . .): il disegno fatto sull’uno veniva replicato quasi istantaneamente anche sull’altro . Il risultato è ottimo.

Il servizio è gratuito (almeno per adesso) e l’accesso non richiede alcun tipo di registrazione ed autenticazione. Mi sembra un perfetto complemento per quelle aule dotate di LIM e frequentate da corsisti e alunni dotati di tablet: consentirebbe l’utilizzo della lavagna interattiva anche con interventi direttamente dal posto!

Sloop2desc terminato-valorizziamone adesso i risultati

In qualità di relatore ho partecipato, ieri, a Balestrate, al seminario conclusivo del progetto di trasferimento tecnologico sloop2desc durante il quale oltre ottocento docenti hanno preparato risorse educative aperte utili alla certificazione delle competenze in ambito delle competenze informatiche “Eucip”. Informazioni estese sul progetto sono reperibili sui siti http://www.sloopproject.eu/sloop/ e http://www.sloop2desc.eu/
Allego in coda  le slide che ho utilizzato per mostrare come il progetto sia sia articolato in termini di sistema piuttosto complesso, sistema per altro riutilizzabile ed “esportabile”. La domanda che adesso mi sorge spontanea è la seguente: non sarebbe adesso il caso che il progetto potesse avere una sua naturale continuazione in una qualche forma di attività anche economica? Finita la sperimentazione che ha visto convolti la comunità europea per il reperimento delle risorse e diversi partner provenienti dal mondo della scuola, della ricerca e dell’impresa, non sarebbe il caso che adesso si facesse avanti una entità di tipo aziendale capace di valorizzarne gli output? Dovrebbe, credo, essere possibile che una azienda possa offrire formazione a partire dall’utilizzo dei materiali prodotti e dalle esperienze accumulati negli anni. Sarebbe la giusta prosecuzione.

Convegno conclusivo del progetto Sloop2desc

Il 26 settembre 2011 si terrà a Milano il convegno conclusivo del progetto europeo “Sloop2desc – Sharing Learning Objects in an Open Perspective to Develop European Skills and Competences”

Questo il link per le informazioni e la registrazione: http://www.sloop2desc.eu/it/convegno-conclusivo.html


ebook e lim per un modulo di elettronica

Sto lavorando, in questi giorni, alla realizzazione di un sussidio didattico che metta insieme ebook, Lim e gli strumenti della rete. L’idea di fondo è quella di esplorare le possibilità di fornire strumenti didattici efficaci sul piano metodologico e facilmente usabili su quello tecnologico, strumenti dedicati sia ai docenti che agli studenti. L’obiettivo è la realizzazione di un apposito “mix” che utilizzi ogni strumento per le sue caratteristiche più desiderabili: proverò ad enunciarle.

Ebook

Al di là della natura del supporto, un “ebook” è pur sempre un book, un libro, lo strumento di registrazione e comunicazione cioè che siamo abituati ad utilizzare da più tempo (secoli…). In aggiunta a questo innegabile privilegio, il libro ne presenta quasi sempre un altro: l’essere organizzato e strutturato concettualmente, fatto che in ambito pedagogico consente al libro stesso di farsi non solo strumento di comunicazione, ma anche vero e proprio supporto per l’organizzazione del sapere. L’organizzazione interna di un libro, ad esempio, è analoga alla strutturazione concettuale della disciplina trattata, con tutti vantaggi che ne possono derivare. Sin qui quanto accomuna il libro all’ebook. Ma il formato digitale ci consente qualche possibilità in più: il docente, liberato dalle costrizioni tipografiche, può facilmente diventare autore del libro stesso, magari sviluppandolo nel tempo e distribuendolo per capitoli progressivamente disponibili; studenti e docente portano il libro in formato dematerializzato privo di peso; l’aggiornamento può essere continuativo e consente l’implementazione di dinamiche cooperative e collaborative; lo stesso testo può essere distribuito in formati diversi primo fa tutti quello del web. Senza contare che un testo digitale sarà quasi sempre un ipertesto (parteggio per un eventuale livello modesto di ipertestualità) con riferimenti esterni che lo collegano al resto dei nodi conoscitivi degli argomenti trattati ed eventualmente lo corredano con materiali di formati non veicolabili dall’ebook stesso ( penso ad esempio a file di simulazione, di Cad, etc).

Lavagna interattiva multimediale (LIM)

Anche per la lavagna vale la considerazione relativa alla nostra abitudine e abilità di utilizzo: pur essendo più recente del libro si tratta di un qualcosa che abbiamo tutti visto e adoperato sin da bambini. La lavagna interattiva ( a patto di trovarla in aula in condizioni di efficienza) anche lei non presenta di per sè alcuna particolare necessità di apprendistato (nè al docente nè allo studente), almeno se ne vogliamo fare il classico uso che se ne fa durante le lezioni frontali. Ma anche limitandosi a questo vengono fuori subito dei vantaggi rispetto alla classica ardesia: infatti con la LIM non siamo mai costretti a cancellare una data schermata, quando terminiamo lo spazio semplicemente andiamo avanti alla “pagina successiva”, la pagina precedente rimanendo sempre disponibile a mò di slide presentation. Se pensiamo alle dimostrazioni di matematica e di fisica questo fatto, già da solo, dovrebbe solleticare il prof dentro di noi… Ma c’è molto di più, tanto quanto possibile da un computer collegato in rete… non ho qui alcun bisogno di aggiungere nulla, si faccia eventualmente riferimento ai seguenti contributi: Le Lavagne Multimediali Interattive (LIM) e la scuola digitale, Didattica attiva con la Lim,  http://limecondida.blogspot.com/

Strumenti della rete

Avrei potuto anche usare lo stra-abusato “web 2.0”, abusato in verità solo a parole ma assai poco frequentato sia dai docenti, sia (con buona pace dei sostenitori dei “nativi digitali”) che dagli studenti. Nel caso migliore frequentato in modalità di fruizione, rimanendo largamente sottoutilizzate le potenzialità di produzione e di elaborazione. Anche in questo caso non ho motivo di ripetere quanto da più parti detto in modo molto migliore di quanto potrei qui riportare, limitandomi a citare per eventuali approfondimenti: Il valore del microblogging nei processi formativi,I social network nella didattica, M-Learning  & e-inclusion. Il progetto ENSEMBLE, Empowerment e protezione: strategie complementari per la digital e media literacy negli Stati Uniti, Soggetto, Gruppo, Network, Collettivo: le diverse dimensioni della rete e l’apprendimento.

Il “MIX”

Si sa che ogni cocktail dipende in gran misura dal barman che lo prepara. Questo per dire che nel seguito esporrò il mio tentativo centrato, com’è ovvio, su un argomento di elettronica, la disciplina che insegno. Si tratta di una disciplina tecnica che fa riferimento a complessi argomenti di elettricità e di elettromagnetismo ( forte connotazione fisica quindi), che utilizza la teoria dei sistemi per modellizzare componenti e apparati molto complessi, che presenta un elevato livello di propedeuticità dei diversi blocchi concettuali da affrontare. Una disciplina inoltre vastissima ed in continua espansione: si pensi ad esempio che negli anni in cui frequentavo l’università ancora non esistevano i personal computer nè, tantomeno, i telefoni cellulari. Per non parlare dei GPS, dei lettori mp3, etcetc. Una disciplina e un insieme di alunni (quelli del tecnico industriale) che non si prestano ad esperienze conoscitive che pure mi affascinano tantissimo: la realizzazione di un wiki collaborativo, la “blogoclasse” di stampo connettivista o la conduzione di una officina sperimentale condivisa ( si vedano ad esempio La blogoclasse va in scena!, I blog e i wiki in ambito didattico). Necessita una maggiore direzionalità della proposta formativa, una strada chiaramente tracciata che impedisca o minimizzi il vagare in territori assai vasti e sconosciuti. Di qui l’importanza di basare le attività su di un supporto fortemente strutturato quale il libro di testo, però aprendolo, allo stesso tempo, alle potenzialità offerte dal digitale, ovvero la decisione di centrare il sussidio, il modulo, attorno ad un ebook. E data la crescente disponibilità di Lim nelle scuole, viene naturale il tentativo di esplorare le potenzialità dell’accoppiata ebook-lim.

La prima cosa che viene da pensare è che l’ebook può essere utilizzato direttamente con la Lim. Uhm… si vero, la cosa è fattibile, però succede quasi sempre che ogni singolo docente preferisce una propria personale trattazione, dipendente anche dalle esigenze contingenti. Allora potrebbe essere utile corredare l’ebook con l’insieme, riutilizzabile, delle sue figure: sto lavorando cioè anche per costruire una raccolta delle immagini e delle formule matematiche presenti nel testo, raccolta direttamente fruibile per fare lezione con la Lim (anzi, sto direttamente usando il software della Lim che abbiamo a scuola, una Smartboard: figure fatte a mano in modo molto artigianale con la tavoletta grafica). In tal modo il docente si troverà una serie di prelavorati da utilizzare nella sua personalissima lezione. Quindi: l’ebook per la trattazione organica, le immagini per il riutilizzo in classe. Ma c’è, ovviamente, di più. Una delle più efficaci modalità per apprendere l’elettronica è il laboratorio di montaggio e misura: sto quindi preparando una serie di file di simulazione da usare con uno dei più diffusi software professionali del settore. Tali file sono linkati direttamente nel testo del libro e quindi immediatamente utilizzabili. Nell’insieme si potrebbe realizzare un piccolo laboratorio virtuale personale. Per facilitare ulteriormente l’utilizzo con Lim, mi sforzo, ove possibile, di trovare in rete le stesse simulazioni in Flash o come applet java ( e qua verrebbe da fare una riflessione sull’iPad come dispositivo ottimo come ebook reader ma, ahimè, non supportante nè Flash nè Java Virtual Machine, magari un’altro post…), in modo da farle girare in qualsiasi locale dotato di pc con la massima facilità e velocità.

Una delle caratteristiche di questo lavoro è quella di mirare anche a creare una metodologia di produzione dello stesso testo in ebook: sto cercando cioè di utilizzare software liberamente utilizzabili e modalità realizzative utilizzabili dal docente mediamente tecnologicizzato. Sarebbe bello riuscire anche a mettere insieme una sorta di comunità liberamente partecipante al progetto non di un modulo ma di un intero e completo testo di elettronica.

A prossimi post la continuazione . . .

Wireless anywhere, anyhow, anytime, for anybody

È questo il motto – certamente impegnativo – degli Ixem Lab del Politecnico di Torino che muove la sua ricerca sia nelle direzioni classicamente accademiche, sia nella direzione “sociale” dei metodi, sistemi e tecnologie utili alla riduzione del “divide” di gruppi e località non servite da connettività ad Internet.
Uno sguardo a sito [ http://www.ixem.polito.it ] è molto interessante sia per gli aspetti tecnologici che per l’originalità e validità dei progetti intrapresi. A tutti gli appassionati e studiosi di tecnologie wireless consiglio di andare a leggere la documentazione del progetto “Verrua senza fili” che ha consentito di portare la connettività internet in un paesino piemontese rimastone escluso dalle logiche di mercato di stampo aziendale. Il progetto ha avuto un tale successo da consentirne adesso il rilancio in termini di Verrua domotica 2011. Altri interssanti progetti riguardano la connettività internet di popolazioni nella foresta amazzonica.

IPad per tutti!

Ho partecipato ieri, a Zafferana Etnea, alla giornata di studi “Mobile Learning – Tutta un’altra classe” (vedi: http://www.aetnanet.org/download/programma_mobile-learning.pdf ) , evento sponsorizzato da Informatica Commerciale, società specializzata in prodotti Apple. Gli interventi sono stati tutti veramente di ottimo livello, sia pure, dato lo sponsor, uniformemente agganciati alle esperienze di “Classe2.0” poggiatesi su soluzioni mobili della casa della mela. Particolarmente interessanti le esperienze di Domizio Baldini del Cecco Angiolieri di Siena (vedi http://seminariodigitale.wordpress.com/) e di Cesare Benedetti dello IC di Bollate ( vedi http://www.robertosconocchini.it/tutti-i-video/80-informatica/1549-usare-ipad-e-ipod-a-scuola-lesperienza-di-bollate.html ). Ma anche le piccole isole si sono mostrate particolarmente sensibili a queste sperimentazioni didattiche come ben mostrato da Linda Guarino dell’Istituto Rallo di Favignana ( vedi http://www.egadiduepuntozero.it/ ).
Nel pomeriggio sessione “tecnica” di sperimentazione diretta sui nuovi iPad dati in prova :-))

ebook e didattica

Mi sembra opportuno cercare di fare un pò di chiarezza nel mondo dei libri elettronici che le diverse case editrici stanno proponendo in adozione alle diverse classi.  Da quanto ho potuto constatare si tratta, tranne rare eccezioni (lieto eventualmente di essere smentito), di trasformazioni dei testi cartacei in pdf. Trasformazione esclusivamente del supporto, giacchè l’operazione consiste nel passare il libro ad uno scanner e nel restituirlo in PDF. Eventualmente aggiungendo una qualche sezione sul sito dell’editore per gli aggiornamenti e per i materiali dedicati ai docenti.

Si tratta, volendo essere ottimisti e benevolenti, di una interpretazione davvero minima delle potenzialità del digitale applicato all’editoria; altrimenti, in chiave più mordace, potremmo dire che si tratta di semplice ri-edizione, se non di “riciclaggio” di quanto già in possesso degli editori. Niente di male, a patto che non si dica che si trata di una rivoluzione etcetc. Da qualunque punto si voglia guardare all’operazione, si può tranquillamente affermare che si tratta di qualcosa che rimane molto al di sotto delle potenzialità dei nuovi mezzi digitali.

Ho avvertito per questo la necessità di fare un pò di chiarezza su questo tema, cercando al contempo di pensare ai possibili utilizzi integrati degli ebook con le altre tecnologie ormai in possesso delle scuole, Lim comprese.

L’immagine qui sotto evidenzia alcune delle caratteristiche degli ebook

caratteristiche degli ebook

ovvero, la leggerezza, l’essere “liquido” del testo e quindi la capacità di reimpaginarsi automaticamente in funzione delle dimensioni del display di lettura (smartphone compresi), una leggibilità ottima, una aggiornabilità immediata ed economica, la possibilità di scrivere “note a margine”, fare “sottolineature” oppure cercare un vocabolo su enciclopedie e dizionari on line. Da non trascurare la possibilità di inserire link ipertestuali e contenuti multimediali (operazione da fare con moderazione soprattutto se se ne prevede l’utilizzo su device con tecnologie di tipo “e-ink”).

Nella mappa che segue cerco invece di tratteggiare le dinamiche di utilizzo di un ebook usato in maniera integrata alle altre tecnologie della informazione e della comunicazione non di rado già disponibili a scuola:

la mappa concettuale mostra le relazioni tra ebook e altre Tic presenti a scuola

In questo caso ad essere messi in evidenza sono i legami funzionali tra le diverse tecnologie, l’ebook essendo al centro di una rete di possibilità di interazione che coinvolgono praticamente qualsiasi altro media. Mi piace pensarne un utilizzo molto dinamico e aperto, che non abolisca il concetto di libro di testo e la connessa organizzazione e strutturazione della disciplina, ma che vi affianchi possibilità aggiuntive. Penso ad esempio alle difficoltà di decodifica del testo e/o comprensione dei contenuti. Un libro annotabile, magari a più mani, ed eventualmente appoggiandosi, ove occorra, ad un wiki, potrebbe essere estremamente funzionale nel superare le difficoltà di comprensione di certi passaggi. Lo studente in difficoltà inserisce una nota con una domanda di chiarimento: magari a rispondere potrebbe essere un altro studente o il docente della materia. Dinamiche di questo tipo sono caratteristiche dell’apprendimento collaborativo. La presenza di materiali preregistrati, in audio o audiovideo può essere linkata dal libro anche nel caso di risorse esterne al libro stesso ed immediatamente fruite senza abbandonare il dispositivo che si sta utilizzando (pc o tablet che sia). Inotre si potrebbe pensare ad un raccordo tra quanto contenuto nel libro e insiemi di materiali predisposti ad uso del docente che voglia fare lezione con una Lim. Personalmente se avessi a disposizione per la Lim l’intero corpo di grafici, schemi e tabelle del testo di elettronica in adozione troverei molto comodo poterli usare durante le lezioni frontali. E la stessa lezione, opportunamente registrata, potrebbe andare a far parte dei contributi visionabili dall’interno dello stesso ebook.

Sintetizzando al massimo: a differenza del testo tradizionale, un ebook, se opportunamente e correttamente concepito e realizzato, potrebbe trovarsi al centro di un insieme di interazioni formative che coinvolgono il resto delle tecnologie didattiche. Le possibilità sono veramente infinite e credo possano adattarsi a tutti gli stili di insegnamento e a tutte le discipline.

Arca dei Suoni – Aspetti e Innovazioni

Aspetti formativi e innovativi del progetto “Arca dei Suoni”

Lo scorso 2 marzo si è tenuta a Palermo, presso l’Albergo delle Povere, la presentazione del primo numero della pubblicazione “Quaderno di Arca dei Suoni”. E’ stato un momento interessante di incontro tra gli amministratori e il pubblico convenuto, soprattutto composto da studenti e da docenti provenienti dalle scuole che sono state coinvolte nella prima fase di vita e di sperimentazione del progetto.

Ho partecipato all’evento con una relazione che allego qui di seguito in forma di “slidecast” (le slide sincronizzate con l’audio “live” della presentazione)

Mi piace, in questa sede, cercare di sottolineare ulteriormente quanto indicato nella slide n. 12 . E’ infatti opportuno riflettere sul, e valorizzare fortemente, il valore didattico e formativo della iniziativa. Trattandosi di beni culturali l’aspetto formativo viene, in un certo senso, dato per scontato, ma con il progetto “Arca dei Suoni” si mettono in campo dinamiche potenzialmente assai interessanti, dinamiche a maggior grado di coinvolgimento di quanto possano fare eventi e momenti centrati sulla fruizione piuttosto che sulla creazione. Mi voglio esplicitamente riferire all’aspetto di scoperta e di manipolazione insiti e connaturati alle operazioni di registrazione e di pubblicazione di un contributo audio (per chi non lo sapesse: arcadeisuoni.org è un sito sul quale gli utenti possono direttamente pubblicare contributi sonori di carattere culturale). Gli studenti vengono in questo mobilitati su più livelli, da quelli tecnici della registrazione, a quelli espressivi del prodotto finito e infine a quelli critici degli eventuali feedback su quanto pubblicato. In questo processo accade un qualcosa di veramente importante e formativo: il racconto (per fare un esempio ma potrebbe essere un canto o qualcos’altro) che si va a registrare e pubblicare, in quanto effetto della propria ricerca e della successiva manipolazione, diventa un qualcosa di personale, qualcosa che fa parte della storia personale. In qualche modo, quanto documentato diventa parte del patrimonio personale di chi lo documenta: e questo è un modo non soltanto per imparare, ma per generare direttamente e immediatamente patrimonio culturale! Si valuti questa affermazione alla luce del discorso sulle competenze che da qualche tempo è diventato centrale nella scuola, discorso estremamente complesso, del quale fanno parte degli obiettivi particolarmente difficili da raggiungere in una situazione, quale quella scolastica, nella quale la vita reale viene approcciata, quando va bene, con le forme della simulazione. Arca dei Suoni ha le potenzialità per far superare questo gap tra la vita scolastica e le emergenze culturali del territorio e per di più con modalità di produzione mediatica che fanno parte della cultura giovanile e che non richiedono alcun investimento in tecnologia. Partecipare all’accrescimento dell’archivio sonoro di Arca dei Suoni è un generatore di competenze: come risultato mi sembra niente affatto disprezzabile.