Il nuovo anno e la ricerca del senso

Generalmente questo è il periodo delle buone intenzioni e dei buoni proponimenti. Per me si sta singolarmente caratterizzando per la lettura di libri che girano attorno al tema della “ricerca del senso”, sulla importanza per i giovani, e per tutti, del riuscire a costruire un senso per la propria esistenza.

Ho cominciato con il molto propagandato “L’ospite inquietante” (sottotitolo: Il Nichilismo e i giovani) di Umberto Galimberti. L’ho comprato spinto dalle problematiche professionali, dal cercare di capire i tanti perchè dei vari comportamenti dei miei alunni. Qualcosa di interessante nel testo viene detta, ma l’impressione complessiva è quella di un testo “leggerino”, probabilmente svuotato dalle tante partecipazioni del suo autore alle varie rubriche sulla stampa. Anche gli interventi televisivi hanno, a mio parere, giocato a suo sfavore: in 5 minuti di intervista il libro viene quasi interamente raccontato. . .

Sto continuando con un libro che, al contrario del precedente, si sta rivelando molto interessante: Economia della Felicità, di Luca De Biase. L’argomento principale è quello della diffusione dei nuovi media digitali, blog in testa. Mi aspettavo un saggio interessante (ma anche un pò arido) zeppo di dati statistici, economici e antropologici. Invece è una gradevolissima e avvincente narrazione riguardante la necessità e la voglia delle persone di assumere atteggiamenti che non siano dettati dai principi economici del profitto e del mercato; al contrario molti stanno sentendo la necessità di cercare un senso della propria esistenza nella creazione di contenuti digitali da condividere con gli altri. Con evidente stravolgimento dei mercati editoriali e delle dinamiche della costruzione della pubblica opinione.

Copertina de Libro assolutamente consigliabile: mi riservo di tornare sull’argomento a fine lettura!

Riporto dal sito Feltrinelli i contributi in audio tratti dalla intervista all’autore in occasione della presentazione del libro:

Perché questo titolo


I network sociali e l’economia


Un nuovo paradigma


Nuove tendenze nella rete

La pioggia prima che cada

Copertina del libro - Da lafeltrinelli.itEstate tempo di letture. Ho finito da poco “La pioggia prima che cada” di Jonathan Coe. Bel libro, certamente, molto ben scritto e molto leggibile. La storia è bene architettata, la struttura, epistolare dal linguaggio parlato, riesce ad essere a tratti avvincente. Tutto bene quindi tranne la conclusione che mi ha dato l’impressione di essere non al’altezza del resto dell’opera. La mia sensazione (personale, arbitraria, ininfluente) è che la storia, nel suo divenire, sia diventata più grande dello stesso autore che la ha concepita. In questo senso è piuttosto deludente, una conclusione tanto per concludere, inutilmente tragica. Come lettore mi sono sentito un pò ingannato.

La scheda del libro sul sito Feltrinelli

I delitti di via Medina-Sidonia

La copertina del libroNon avevo letto nulla di Santo Piazzese, anche se da più parti avevo sentito parlare bene dei suoi libri. I delitti di via Medina-Sidonia è un giallo, con tanto di omicidi e indagini per trovarne il responsabile. Tutta la vicenda è ambientata in una Palermo di non molti anni fa, la moneta era ancora la lira, ma la città raccontata nel romanzo è perfettamente sovrapponibile, bar e ristoranti compresi, con quella odierna.

Lettura gradevolissima e assolutamente consigliabile! Questo il link alla scheda dell’autore su vigata.org

La testa ben fatta. Capitolo 1: Le Sfide

Copertina del libroDal momento che è diventato consulente del nostro ministro, leggiamo qualcosa di Morin. Ho appena cominciato la lettura de “La testa ben fatta – Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, provo a condividere note, appunti e impressioni.

Il capitolo 1 si intitola “Le sfide” e ne individua quattro: la sfida culturale, la sfida sociologica, la sfida civica, la sfida delle sfide. Argomento base delle sfide è quello dei saperi tecnici e dei saperi umanistici, della loro divergenza e separazione, della incapacità di entrambe le culture di rispondere alle problematiche poste dalla globalizzazione e dalla derivante complessità.

La sfida culturale consiste nel superamento di una visione secondo la quale la cultura umanistica sarebbe vista solo come “ornamento” dal mondo tecnico e scientifico; allo stesso tempo il mondo umanistico vedrebbe la cultura tecnico-scientifica come un aggregato di saperi astratti o minacciosi.

La sfida sociologica riguarda << lo sviluppo degli aspetti cognitivi delle attività economiche, tecniche, sociali, politiche >> e lo sviluppo dell’informatica. L’informazione diventa materia prima da padroneggiare, la conoscenza un qualcosa da continuamente rivedere ad opera del pensiero, il pensiero è il capitale maggiormente prezioso per l’individuo e per la società.

La sfida civica (riporto pedissequamente il periodo che mi sembra più significativo): << il perdurare del processo tecno-scientifico attuale, processo del resto cieco che sfugge alla coscienza e alla volontà degli stessi scienziati, conduce ad una forte regressione di democrazia. Così, mentre l’esperto perde la capacità di concepire il globale e il fondamentale, il cittadino perde il diritto alla conoscenza. Quindi lo spossessamento del sapere, molto poco equilibrato dalla volgarizzazione mediatica, pone il problema storico ormai capitale della necessità di una democrazia cognitiva >>

La sfida delle sfide sarebbe quella di uscire vittoriosi dalle tre precedenti . Qui Morin scopre e adotta pienamente i sistemi non lineari: per rispondere alle sfide bisognerebbe riformare il pensiero in modo da utilizzare l’intelligenza al fine di effettuare il legame tra le due culture disgiunte. << La riforma dell’insegnamento deve condurre alla riforma di pensiero e la riforma di pensiero deve condurre a quella dell’insegnamento >>

Come inizio non c’è male! Al prossimo capitolo . . . 😉

La Scoperta dell’Alba

Prima prova di Veltroni con un romanzo, è una lettura facile e piacevole, a patto di non andare troppo per il sottile quando si pensi alla sua coerenza interna. Il personaggio del se stesso-bambino è a tratti troppo maturo e gli vengono messe in bocca frasi e pensieri un pò troppo complessi. La scoperta del telefono che riesce a parlare con il passato è stato per me il momento più emozionante. Peccato che poi la cosa viene tirata troppo per le lunghe e allora ci si pensa su e la trovata si sgonfia perdendo gran parte della sua carica emotiva.